Nella manovra spunta l’abolizione del numero chiuso per l’ingresso alla facoltà di Medicina. Si tratta di una novità prevista nel comunicato stampa di Palazzo Chigi dedicato alle misure passate ieri al consiglio dei ministri. Al ministero della Salute dicono di non sapere niente della misura e per ora non la commentano.
L’effetto di una cosa del genere sull’organizzazione delle Università sarebbe dirompente, basti pensare che quest’anno su 67mila candidati sono passati in 10mila, coiè coloro che hanno superato il test e sono entrati nel numero chiuso. E’ facile comprendere quale sforzo organizzativo richiederebbe agli atenei far entrare tutti e non solo dal punto di vista delle aule dove si svolgono i corsi. In generale andrà riorganizzata tutta la didatica, cosa che richiederà fondi extra. Tanto più che probabilmente il numero chiuso scoraggiava alcuni giovani diplomati, che temendo di essere bocciati non si presentavano nemmeno. Con l’apertura a tutti, dal prossimo anno a Medicina potrebbero iscriversi ancora più persone di quelle che normalmente si candidano al test.
Il problema principale del reclutamento dei medici da parte del servizio pubblico in questo momento, tra l’altro, ha a che fare con le scuole di specializzazione, cioè si presenta in una fase successiva rispetto all’ingresso alle Università. Per formare cardiologi, internisti, chirurghi generali eccetera quest’anno sono state bandidte 7mila borse di studio per laureati in medicina. Si tratta di un numero inferiore ai circa 10mila laureati ma anche a quello dei medici che dovrebbero andare in pensione (circa 8mila). Ammettere tutti a Medicina senza aumentare le borse di specializzazione non servirebbe quindi ad far crescere il numero degli specialisti pronti ad entrare in ospedale o a diventare medico o pediatra generico, perché l’imbuto si trova appunto nelle scuole di specializzazione.
Molte le reazioni di sorpresa al provvedimento. “Ci aspettavamo un intervento importante del governo nel campo della formazione dei medici – dice Pierluigi Marini della Acoi, associazione di chirurghi ospedalieri – ma l’abolizione del numero chiuso per l’accesso alle facoltà di Medicina, senza un congruo aumento delle borse di specializzazione rischia di essere un boomerang. In giovani laureati in medicina che non entreranno nelle scuole di specializzazione dovranno per forza di cose cercare lavoro all’estero. Assisteremo ad una nuova fuga di cervelli”.
Michele Bocci, Repubblica.it