C’era anche il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini a festeggiare il secondo compleanno della Verità mercoledì sera a Roma. Oltre al leader leghista, in tanti tra amici e colleghi hanno raggiunto il direttore Maurizio Belpietro per dedicare un brindisi alla salute di una testata che in questi 24 mesi è riuscita a confermare la sua rotta in totale controtendenza rispetto al panorama desolante dell’editoria italiana. Sulla terrazza dell’Atlante Star Hotel si sono affacciati volti noti dell’informazione come i collaboratori della Verità Antonello Piroso, Luca Telese, Cesare Lanza, Sarina Biraghi, Francesco Bonazzi; e ancora Gianluigi Nuzzi, Alessio Vinci, Roberto Arditti, Luisella Costamagna, Gennaro Sangiuliano, Veronica Gentili, Giancarla Rondinelli, Gerardo Greco. Tra gli altri, non hanno voluto mancare all’evento il campione del tennis italiano Adriano Panatta, manager come Luigi Gubitosi, Michelangelo Suigo e Francesca Chiocchetti e diversi esponenti del mondo politico.
I motivi per festeggiare? Ovviamente i due anni di vita del giornale nel segno dell’«indipendenza da tutti i potentati», come ha scritto ieri nel suo editoriale Belpietro, ma anche un percorso di crescita decisa in un settore in sofferenza. Una crescita che riguarda tanto i numeri quanto il «peso» del quotidiano, che pur praticamente ancora neonato ha già saputo far parlare di sé a suon di scoop. Così all’evento capitolino Belpietro ha potuto ufficializzare il 14,6% di copie vendute in più in agosto rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, senza dimenticare il rapido aumento delle copie digitali: +60% dal lancio nel marzo scorso, mentre laverita.info ha già raggiunto 569.000 utenti unici al mese. Infine, quasi letteralmente, la ciliegina sulla torta: come annunciato ai lettori sempre nell’editoriale di ieri, alla festa Belpietro ha comunicato pubblicamente la presentazione alla Mondadori di un’offerta vincolata per l’acquisto del settimanale Panorama. L’obiettivo è «il rilancio della storica testata, con l’ambizione di raddoppiare le voci fuori dal coro».
Ignazio Mangrano, La Verità