Addio vecchio pezzo di carta e addio anche alla formale, ma impersonale mail. La nuova frontiera del recruitment, ossia del reperimento delle persone da assumere, è video, anzi è un’intervista video. Ad indicare la direzione da intraprendere anche alle piccole e media aziende per ora sono più di 300 grandi aziende presenti in Francia, Europa e Asia che usano piattaforme dedicate come parte integrante del processo di selezione dei futuri impiegati; tra queste imprese ci sono Ing Direct, Burger King, Blablacar, Leroy Merlin, Lvmh, Crédit Agricole, Sephora, Deloitte, Swatch, Cartier, Gazprom.
Principale operatore del mercato per le soluzioni di video recruitment è Visiotalent, una start-up in rapida ascesa fondata nel 2014 dagli imprenditori francesi Gonzague Lefebvre e Louis Coulon. Con sede principale a Lille, Visiotalent ha attualmente di una rete di uffici dislocati nelle città francesi di Parigi, Lione e Nantes, oltre alle nuove aperture di Milano, Madrid e Bruxelles. La piattaforma consente, infatti, ai professionisti delle risorse umane di invitare i candidati a registrare una video intervista online a supporto della propria candidatura, con benefici per le aziende in termini di tempo, costi ed efficacia del processo di selezione. Fin dal suo lancio, Visiotalent è stato utilizzato da centinaia di migliaia di candidati in più di 75 paesi.
I video colloqui sono una pratica sempre più diffusa all’interno del processo di pre-selezione dei candidati. Durante questa prima fase, al candidato viene richiesto di rispondere ad alcune domande predefinite dal selezionatore e di registrare un video tramite webcam o smartphone.Per i recruiter questo sistema è un modo per rendere più efficiente, veloce e meno dispendioso il processo di pre-selezione. Il video colloquio è anche un’occasione unica per i candidati in quanto dà loro la possibilità di esprimersi al di là del proprio cv e mostrare la propria personalità. Il video consente, infatti, di far emergere le ‘soft skills’, oggi importanti quanto le ‘hard skills’, ma impossibili da individuare sulla base di un semplice curriculum.
La nuova frontiera del recruitment in azienda è dunque la videointervista. Ma come affrontare al meglio un video colloquio? Labitalia lo ha chiesto ad Andrea Pedrini, Country Manager Italia di Visiotalent, azienda leader nel campo del video recruitment. “Innanzitutto, occorre scegliere -spiega Pedrini- l’ambiente adatto. La scelta del luogo in cui registrare il video è molto importante: l’ambiente deve essere confortevole e tranquillo in modo da permettere una registrazione ottimale di suoni e immagini. È consigliabile impostare il telefono in modalità silenziosa, spegnere il televisore e limitare tutti quei rumori di sottofondo che potrebbero creare interruzioni o interferire con la registrazione”. Anche la luce fa la sua parte. “E’ preferibile evitare ambienti bui o eccessivamente illuminati -prosegue- e attenzione anche a non posizionarsi controluce. Lo sfondo deve essere il più neutro e professionale possibile: per esempio, è meglio effettuare la registrazione dal soggiorno, piuttosto che dalla cucina o dal bagno”, ricorda Pedrini. Il dispositivo utilizzato – computer o smartphone – deve essere posizionato su una superficie piana e stabile. Non bisogna, infine, scordarsi di verificare che microfono, webcam e connessione Internet funzionino correttamente.
La seconda raccomandazione è di impostare correttamente tutti i dispositivi per far sì che siano “attivi e funzionanti”. “Informazioni sui requisiti tecnici – browser, velocità di connessione Internet, gestione delle impostazioni sono solitamente fornite dal selezionatore o direttamente dal tool di video colloquio. È, comunque, sempre consigliabile fare un test dei dispositivi prima dell’inizio del colloquio”, consiglia Pedrini.
Terza cosa importante: “Essere ben preparati e avere fiducia in se stessi e nelle proprie capacità comunicative è la chiave per un colloquio di successo. La maggior parte delle piattaforme di video colloquio permette ai partecipanti di testare in anticipo il tool. Visiotalent, ad esempio, accompagna i candidati, passo dopo passo, durante tutta la fase di preparazione, fornendo loro tutorial specifici, programmi di coaching e un modulo di training che simula l’intervista vera e propria, ma con domande fittizie”.
Quarto consiglio da esperto: “Essere sintetici -dice Pedrini- e andare al ‘dunque’. Il tempo mediamente concesso per rispondere a ciascuna domanda varia tra i trenta secondi e i due minuti. Può sembrare breve, ma è solitamente sufficiente per permettere al candidato di articolare una risposta esaustiva. L’importante è parlare in modo chiaro ed esprimersi correttamente, senza fretta. La risposta deve adattarsi al tempo a disposizione: occorre essere sintetici e utilizzare frasi brevi, motivando le proprie affermazioni (da evitare ‘humm’ e altri tic linguistici). È meglio parlare di tre elementi in dettaglio, piuttosto che di una dozzina senza avere modo di svilupparli”.
Infine, va considerato ch e “il video colloquio è un’opportunità per distinguersi”, osserva Pedrini. “Allo stesso tempo, l’utilizzo di questo tipo di tecnologia – prosegue – permette ai selezionatori d’individuare più rapidamente e con maggiore accuratezza il potenziale dei candidati. Non bisogna, inoltre, dimenticarsi che la prima impressione è importante. Un abbigliamento appropriato darà al selezionatore la sensazione che il candidato stia prendendo seriamente la propria candidatura. Il dress code dipende dal settore aziendale: è quindi opportuno informarsi in anticipo sul tipo di abbigliamento richiesto e scegliere un vestiario consono”.
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