Gli account cercavano di rilanciare temi divisivi, alimentando così le tensioni sociali e politiche negli Stati Uniti. Facebook ha affermato che la loro attività era simile a quella degli account russi durante le elezioni del 2016.
“Siamo ancora nelle fasi iniziali – spiega l’azienda di Menlo Park – della nostra indagine e non abbiamo ancora tutti gli elementi, incluso chi sia dietro questo tentativo. Abbiamo deciso di condividere le informazioni in suo possesso dato il legame fra i cattivi attori e le proteste previste a Washington la prossima settimana”.
Per Facebook è un importante passo in risposta alle critiche di chi dice che il social non ha fatto abbastanza per limitare le fake news e le attività di bot e agenti esterni sul voto che ha portato all’elezione di Trump e in seguito anche al voto della Brexit. Nei mesi scorsi Facebook ha implementato nuove misure di sicurezza (sospendendo altre società simili a Cambridge Analytica), ma quello di oggi forse è il passaggio più rilevante perché dimostra un’attività specifica, con un obiettivo, ammessa dal social stesso.