È scontro in Gran Bretagna sui negoziati con Bruxelles. E Theresa May deve incassare un duro colpo: mister Brexit – cioè David Davis, ministro con delega all’uscita dall’Unione europea -, ha annunciato nella notte le sue dimissioni in polemica con la linea “soft” adottata dalla premier nelle trattative. Si tratta di un elemento chiave della compagine che sostiene il governo conservatore britannico: esponente di punta della corrente Tory euroscettica, Davis non ha digerito l’esito del consiglio dei ministri di venerdì scorso, nel quale May aveva imposto la sua nuova strategia più conciliante. E dopo qualche giorno di riflessioni, il ministro ha deciso che è arrivata l’ora di consumare lo strappo. Nella sua scia, anche il sottosegretario Steve Baker ha rassegnato le dimissioni. Le dimissioni dei due esponenti di governo, in attesa di essere ufficializzate da Downing Street, sono state annunciate dalla Bbc e da altri media britannici.
“La direzione della politica intrapresa da May, nella migliore delle ipotesi lascerà la Gran Bretagna in una posizione debole per i negoziati”, ha dichiarato Davis. May, da parte sua, ha replicato che la sua posizione nei negoziati è coerente con il mandato del referendum sulla Brexit e con il manifesto elettorale che l’ha portata alla guida del Paese.
Il ministro, 69 anni, aveva sottoscritto venerdì insieme agli altri esponenti di governo il compromesso proposto da Theresa May per cercare di sbloccare il negoziato sulla Brexit. Il testo prevede nuove intese doganali con l’Ue e un’apertura all’ipotesi di un’area di libero scambio con regole comuni almeno per i beni industriali e per l’agricoltura. Concessioni che l’ala rigida dei conservatori considera un “tradimento” del risultato del referendum del 2016. E ora il malumore latente dietro al placet unanime emerso venerdì è esploso. Il pericolo per May è che si scateni un effetto domino che potrebbe mandare in frantumi il governo e la maggioranza, portando il Paese verso elezioni anticipate. Tra i primi a seguire la scia di Davis potrebbe essercil titolare degli Esteri, Boris Johnson.
Intanto la scelta di Mr Brexit viene salutata come gesto “coraggioso e da uomo di principi” nelle dichiarazioni dei falchi: spiccano gli interventi di deputati come Peter Bone, Andrea Jenkyns e Harry Smith. “Il Partito Conservatore è ormai nel caos”, commenta il presidente del consiglio nazionale del Labour, Ian Lavery.
La Stampa