Ieri mattina il direttore del personale di Rcs quotidiani, Vito Ribaudo, ha consegnato le lettere di licenziamento a Umberto Zapelloni e Stefano Cazzetta, vicedirettori della Gazzetta dello sport. Che, in quanto figure apicali, come prevede il contratto nazionale dei giornalisti, possono essere licenziati così, di punto in bianco. Va detto che la Gazzetta dello Sport, dove il 2 aprile scorso era arrivato pure Stefano Barigelli come condirettore, aveva un ufficio di direzione tra i più popolosi di Italia: il direttore Andrea Monti, il condirettore Barigelli, quindi Gianni Valenti, vicedirettore vicario (e direttore del Festival dello Sport, su cui Rcs sta puntando parecchio), e poi i vicedirettori Pier Bergonzi (uomo del ciclismo, altro settore strategico per Rcs), Andrea Di Caro (responsabile dell’online di Gazzetta, un prodotto che funziona molto bene e che il 12 aprile scorso ha raggiunto l’audience record di 3,9 milioni di utenti unici), Zapelloni e Cazzetta. Insomma, sette giornalisti di vertice.
Ora se ne vanno Zapelloni e Cazzetta, e pure per Di Caro ci sarebbe la corte del Corriere dello Sport, che da qualche settimana sta cercando un nuovo direttore al posto di Alessandro Vocalelli. Se dovesse andare in porto questo matrimonio (improbabile), e se Monti, entro breve, lasciasse le redini della Gazzetta a Barigelli, ci sarebbe una cura dimagrante drastica all’ufficio direzione della Gazzetta: tre stipendi pesanti al posto di sette. Come piace tanto all’editore di Rcs, Urbano Cairo.
Abbastanza inspiegabile come il comparto dei quotidiani sportivi sia improvvisamente entrato in fibrillazione. Probabilmente tutto è partito dall’addio di Barigelli al Corriere dello Sport (dove era vicedirettore e, probabilmente, direttore in pectore) per passare alla Gazzetta, determinando una sorta di effetto domino.
Dal prossimo fine settimana Xavier Jacobelli diventerà infatti direttore di Tuttosport al posto di Paolo Di Paola; il Corriere dello Sport ha invece a lungo corteggiato Paolo Liguori (direttore del canale tv TgCom 24) che però alla fine è rimasto a Mediaset.
Ora la corte si è spostata, come detto, verso Di Caro. Che tuttavia resterà quasi sicuramente in Gazzetta, soprattutto ora che il team di vicedirettori si è ridotto. Comunque il tempo della direzione di Vocalelli al Corriere dello sport sembra scaduto.
Sarà anche curioso vedere cosa accadrà a Monti, 63 anni e in sella alla Gazzetta dall’11 febbraio 2010. Otto anni sono tanti. Ma ricordiamo sempre che l’editore Cairo cerca direttori bravi, non necessariamente giovani, e non li cambia di frequente. La lezione di Sandro Mayer (78 anni), considerato alla sorta di un vecchio arnese dai francesi di Hachette Rusconi nel 2003, e che, ingaggiato da Cairo, è stato invece protagonista dal 2004 del più importante successo editoriale degli ultimi 20 anni (il settimanale DiPiù di Cairo editore), rimane sempre lì scolpita nel marmo a futura memoria.
Claudio Plazotta, Italia Oggi