Debutta a Torino la sede tecnologica che unisce business, marchio e cultura dell’azienda
Il gruppo si apre alla città con ristoranti e polo museale
La Cupertino di Lavazza è a Torino e si chiama La Nuvola, un complesso iper moderno di 30 mila metri quadrati con uffici (ospiterà 600 persone), una piazza verde e, di prossima apertura, un ristorante d’autore, un museo e un’area archeologica che custodisce i resti di un’antica basilica paleocristiana venuta alla luce durante i lavori. Nel quartier generale del brand non mancano, come nella tradizione dei big americani, mezzi di svago: i ping pong e i calcio balilla ma al posto dei calciatori ci sono le miniature di Carmencita e Caballero, ricordi del marketing del passato (disegnati da Armando Testa per il Carosello) e pronti a tornare in vita nel museo interattivo, che racconta 120 anni di storia dell’azienda e funge da archivio storico. L’architetto Cino Zucchi ha studiato un polo che riqualifica il borgo cittadino Aurora ma vuole essere il contenitore «del futuro», del colosso italiano del caffè.
Non a caso il gruppo ha scelto lo slogan «Radici future», per l’inaugurazione. «Da qui è partita la nostra storia e il futuro può maturare solo se si ha radici solide», ha spiegato Giuseppe Lavazza, vicepresidente del gruppo alla presentazione degli spazi. Nella Nuvola il gruppo ha investito 120 milioni di euro «Abbiamo voluto fosse molto più del quartier generale efficiente di un’impresa», ha aggiunto. «Vogliamo competere a livello mondiale contro i colossi del global food. Nel 2017 abbiamo raggiunto un fatturato di 2 miliardi di euro, in crescita del 6%. Inoltre, i consumatori sparsi nelle diverse aree del mondo, si sono gustati oltre 27 miliardi di tazzine di caffè. Il nostro compito però non è finito: vogliamo essere sempre più globali ma indipendenti, valorizzando il nostro spirito italiano e piemontese. Per questo come famiglia e come azienda abbiamo fortemente voluto che la Nuvola nascesse a Torino».
Il complesso vuole essere anche «un luogo aperto alla città e accessibile a tutti», ha detto Marco Lavazza, vicepresidente della Luigi Lavazza spa, «oltre a essere uno degli edifici più sostenibili al mondo». L’apertura complessiva avverrà l’8 giugno, quando saranno attivi anche il ristorante firmato Ferran Adrià (lo chef catalano che da decenni collabora con Lavazza) e un bistrot progettato con Slow Food, che funge da mensa aziendale ma che sarà aperto a tutti in una logica di condivisione.
Il gruppo ha annunciato ieri di guardare ai prossimi anni per crescere, anche se acquisizioni imminenti non sono previste. Il 2018 sarà un anno del consolidamento e si punta a completare il processo di integrazione delle aziende e dei marchi acquisiti. «Siamo anche aperti alle opportunità, le acquisizioni che sono state fatte si sono materializzate sia per la volontà di crescere sia perché si è presentata l’occasione, che noi eravamo pronti a cogliere». I vicepresidenti hanno spiegato poi che «corteggiamenti» verso il gruppo non sono mancati ma la risposta è sempre stata no. «Questa azienda entrerà in una zona meno rischiosa nel momento in cui si raggiungeranno i 2,2 miliardi di fatturato, obiettivo fissato al 2021. A quel punto avremo una dimensione meno aggredibile e da cui si potrà aggredire», hanno concluso.
Francesca Sottilaro, ItaliaOggi