(dall’inviato ETTORE LIVINI, medical Repubblica) Per cinque anni è diventato il simbolo della rivolta contro i tagli lacrime e sangue. Presente in ogni manifestazione, sovaldi la sua immagine ha rappresentato lo sfogo di un popolo contro la repressione. E’ morto tre mesi prima delle elezioni: il dolore per la sua assenza alla celebrazione di Syriza corre in piazza e in migliaia di tweet.
ATENE – La festa è durata quasi due giorni. I fuochi d’artificio ai Propilei. Le promesse di Alexis Tsipras (“l’austerity è finita”) davanti a una piazza piena di musica, lacrime e passione. Poi qualcuno tra i sostenitori del nuovo corso ellenico ha iniziato a percepire un senso di vuoto. Cosa manca al trionfo di Syriza? Perché in queste ore di entusiasmo e di speranza non si riesce ancora a essere felici al 100%? Alla fine qualcuno l’ha capito: la Grecia – forse – manderà nei prossimi giorni in archivio l’era della Troika. Ma il vero eroe della battaglia contro i tagli lacrime e sangue imposti dai falchi del rigore non ha fatto in tempo a festeggiare. “La vittoria di ieri è la tua vittoria” hanno iniziato a tweettare i primi internauti. I tweet in pochi secondi sono diventati due, poi tre, cento, mille. Una valanga virale per ricordare e celebrare il grande assente: Loukanikos, il cane anti-austerity, che per anni ha combattuto in prima fila nelle strade di Atene contro i sacrifici imposti al paese. Dribblando molotov, rovinandosi i polmoni con i lacrimogeni, mordendo senza paura le caviglie dei poliziotti antisommossa. Un indignado a quattro zampe morto a un passo dal traguardo della sua vita.
“Spero che Syriza gli faccia una statua in Syntagma, davanti al Parlamento” scrivono i suoi fan dalla Francia in rete. Il grande randagio color miele, a modo suo, è stato per lungo tempo il vero grande nemico (anche a livello d’immagine e di popolarità) della polizia ateniese e dei falchi del rigore. I sindacati ellenici non sono mai riusciti a far muro contro l’austerità di Bce, Ue e Fmi. Gli anarchici di Exarchia, con i loro scontri coreografici con i nuclei antisommossa, sotto l’occhio delle tv appostate sui balconi dell’hotel Grande Bretagne, non hanno cambiato di una virgola il destino della Grecia. L’unico che ha tenuto alta la bandiera della protesta anche nei momenti più bui è stato lui, l’antagonista a quattrozampe.
Nessuno è mai riuscito a capire bene come facesse a essere al momento giusto nel posto giusto. Fatto sta che ogni volta che la situazione sotto il Partenone degenerava, lui era lì. A combattere con grande puntiglio la Troika a modo suo azzannando alle caviglie ogni uomo in divisa che gli capitasse a tiro. “I nostri ragazzi ce l’hanno fatta”, scrive la rete postando centinaia di foto con Loukanikos al lavoro. Lui che spunta grintoso da un muro di fiamme mentre volano le bottiglie incendiarie. Oppure attaccato all’orlo dei pantaloni di un marcantonio della Squadra Delta in motocicletta. “Sono sicuro che starai festeggiando anche tu in paradiso” tweettano da Londra in omaggio al Cheguevara a quattrozampe.
A condannarlo appena prima che il suo sogno diventasse realtà sono stati i gas dei lacrimogeni. Li ha respirati per anni senza badarci troppo. Senza rendersi conto che un po’ alla volta si stavano mangiando i suoi polmoni. La scorsa estate i giovani studenti del Politecnico che scortava in corteo si sono resi conto che aveva qualche difficoltà motoria. E una famiglia ha deciso di prendersene cura. Non ha fatto tempo a vedere il paese tornare alle urne. Non è riuscito domenica sera a godersi la vittoria di Syriza e a scendere in piazza per l’ultima volta per festeggiare la fine (forse) dell’era della Troika. Obiettivo per cui lui ha combattuto come un leone, anche se è solo un cane, per cinque anni. Se n’è andato nel sonno. “Era sul divano a dormire, tranquillo. E all’improvviso il suo cuore ha smesso di battere”, ha raccontato commossa la famiglia che aveva adottato negli ultimi mesi il randagio più famoso della città. Era ottobre scorso. Tre mesi prima della vittoria di Tsipras. “Manchi solo tu, Loukanikos” hanno tweettato centinaia di migliaia di persone nelle ultime 48 ore dall’Italia, dal Brasile, dal Sud Africa e dall’Alaska. Per chi tifava Syriza, è stata una serata quasi perfetta. Mancava solo un abbaio, l’ultimo, del cane partigiano.