Il ministro tedesco delle Finanze, sildenafil Wolfgang Schaeuble, medicine ha ribadito che “gli impegni vanno rispettati”, ma ha aperto a maggiore flessibilità. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il ministro italiano dell’Economia, Pier Carlo Padoan. Spread stabile in sotto quota 115 punti, Btp in area l’1,5%. Ctz al minimo storico. Ancora debole il petrolio
(di GIULIANO BALESTRERI, Repubblica)
MILANO – Ore 12:15. Le Borse archiviano il voto in Grecia con un sospiro di sollievo. La vittora del partito anti austerity di Alexis Tsipras, incaricato ieri di formare il nuovo governo, non preoccupa i mercati convinti che – anzi – una riforma della governance economica all’interno dell’Eurozona possa portare nuovi benefici. D’altra parte ai margini della riunione Ecofin a Bruxelles il ministro tedesco delle Finanze, Wolfgang Schaeuble, ha ribadito che “gli impegni vanno rispettati”, ma ha aperto a maggiore flessibilità. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il ministro italiano dell’Economia, Pier Carlo Padoan, secondo cui servono “politiche coordinate”.
L’euro comunque pare risentire più della manovra di alleggerimento monetario da 1.140 miliardi lanciata giovedì scorso dalla Bce che della vittoria di Tsipras ad Atene: la moneta unica è stabile a 1,1251 dollari sui valori segnati ieri sera dopo la chiusura di Wall Street e in recupero dopo l’avvio di seduta della vigilia, quando era sceso fino a 1,1115 sul biglietto verde.
In attesa della pioggia di dati macroeconomici in arrivo dagli Stati Uniti e dal dato sui consumi in Germania, l’Italia torna al centro dell’attenzione con la prima emissione di titoli di Stato dopo la mossa della Bce e il voto della Grecia: il Tesoro ha collocato Ctz a 24 mesi
fino a 2 miliardi di euro con il tasso al minimo storico dello 0,281%. Venduti anche Btp indicizzati all’inflazione dell’Eurozona con scadenza 5 e 30 anni per il massimo importo complessivo di un miliardo. Il tasso sul quinquennale è pari allo 0,2% e quello sul trentennale all’1,16%. Domani sarà la volta dei titoli a 5 e 10 anni fino a un massimo complessivo di 6,5 miliardi di euro. Nel frattempo lo spread – la differenza di rendimento tra Btp e Bund tedeschi – è stabile in area 115 punti base, mentre il debito italiano rende l’1,53%.
In questo contesto a Milano Piazza Affari cede lo 0,7%, in linea con Parigi, mentre Francoforte arretra dello 0,6% e Londra dello 0,5%. Più che l’Europa preoccupa la debolezza della ripresa a livello globale: il petrolio è ancora sui minimi da marzo 2009 con il barile Wti che quota infatti 44,93 dollari e il Brent che scivola a 47,87 dollari. L’oro è in calo a 1.272,44 dollari l’oncia. Sui mercati pesa anche il downgrade di S&P al debito russo: per l’agenzia di rating è spazzatura, il listino di Mosca crolla affondato dall’euro.
In mattinata la Borsa di Tokyo ha chiuso in recupero dell’1,7% tornando a massimi da un mese. Ieri sera, superata l’incertezza di inizio seduta, gli indici a Wall Street hanno chiuso in lieve rialzo una giornata dai volumi sottili: molti operatori, infatti, sono tornati a casa prima del solito per evitare la tempesta di neve che stava iniziando a colpire New York. Per il momento, comunque, gli investitori americani non sembrano preoccupati dalla vittoria alle elezioni in Grecia di Syriza, il partito anti-austerità. Alcuni credono che lo stress finanziario di Atene non si diffonderà nei paesi dell’unione europea, altri sostengono che il piano di allentamento monetario lanciato giovedì scorso dalla Banca centrale europea limiti i timori di uno sfaldamento dell’Eurozona. Oggi il focus si sposta sull’inizio della riunione della Federal Reserve. Il Dow Jones ha chiuso la seduta in rialzo dello 0,03%, l’S&P 500 ha aggiunto lo 0,26%, il Nasdaq lo 0,29%.