di Cesare Lanza per LaVerità
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Matteo Salvini
Ha ottenuto il consenso e il riconoscimento di tutti per le trattative difficili che hanno portato alle presidenze di Camera e Senato. Ha spiazzato Silvio Berlusconi, di fatto è il nuovo leader del centrodestra. Ma ora viene il bello, per il governo. Sia Matteo sia Luigi Di Maio ne rivendicano la guida. Nessuno dei due vi riuscirà. Se il patto tiene, il premier sarà un terzo, di comune accordo.
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Giorgio Napolitano
Incredibile la disinvolta arroganza con cui l’emerito pluripresidente si è esibito al Senato, per di più occupando un ruolo che non prevedeva le sue esternazioni. Accusa Matteo Renzi, che al Quirinale aveva legittimato e sostenuto; e ignora che è sua la grande responsabilità del caos italiano, avendo ripetutamente impedito elezioni indispensabili. Ma non sarà l’ultima, fastidiosa ingerenza.
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Roberto Fico
Assurdo il disprezzo con cui i giornaloni ricordano il suo debutto, nel lavoro, in un call center. Era preferibile che fosse un giovane già corrotto dal sistema 0 un miserabile lacchè di qualche papavero della politica? Fico è duro e puro, onesto, intransigente. E stato un ottimo presidente della vigilanza parlamentare sulla Rai. Ha tutte le qualità per diventare un alfiere del cambiamento. Si vedrà.
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Maurizio Martina
Il reggente Pd, dopo le dimissioni di Matteo Renzi, è rimasto immobile. Forse non poteva fare di più: una condizione simile a quella del commissario provvisorio della Nazionale, Luigi Di Biagio. Ma al Pd, come alla Nazionale, servirebbe una forte scossa. Invece nessun segnale di cambiamento. Prima dovranno accordarsi le troppe anime di un partito bocciato alle elezioni.
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Sebastian Vettel
Il pilota tedesco della Ferrari si impone in Australia, nella prima gara di Formula Uno. Buon segno, come ha commentato Sergio Marchionne: forse quest’anno è la volta buona per competere con la Mercedes. Il successo delle rosse a Melbourne è completato dal terzo posto di Kim Raikkonen, mentre Lewis Hamilton, il campione in carica, deve accontentarsi del secondo posto.
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Luigi Di Biagio
È l’allenatore ad interim della Nazionale, come Maurizio Martina è il reggente del Pd. Per tutti e due si auspicavano forti cambiamenti di indirizzo. Per Martina, stretto tra renziani e antìrenziani, era forse impossibile. Di Biagio sa che a giugno lascerà il posto a un candidato forte (Carlo Ancelotti, Roberto Mancini o Antonio Conte). Poteva osare di più!