Riconfermata per il terzo mandato, con la ‘benedizione’ dell’ex stratega di Trump Steve Bannon. Il 79 per cento degli iscritti hanno votato per il nuovo statuto che prevede anche la soppressione della carica di presidente onorario mettendo la parola fine alla guerra fra padre e figlia
Una rielezione senza soprese e che mette la parola fine a una guerra familiare divenuta in seguito anche una battaglia legale. Come previsto il Front National, partito francese di estrema destra, ha eletto presidente per la terza volta Marine Le Pen e, allo stesso tempo, ha tolto al padre e storico fondatore il ruolo di presidente onorario.
Le Pen, 49 anni, era candidata unica ed ha ottenuto il 100% dei consensi con un 2.87% di schede bianche o nulle. Il voto si è tenuto per corrispondenza.
I 1500 militanti presenti al congresso del partito sovranista in corso a Lille nel nord della Francia hanno invece espresso parere favorevole nel 79.7% dei casi al nuovo statuto.
Il documento prevede la soppressione della carica di presidente onorario per l’89enne padre Jean-Marie che, in seguito alle sue polemiche ripetute sulla Shoah, era già stato escluso dal partito da parte della figlia nel 2011 dopo una lunga battaglia giudiziaria.
Il voto è stato annunciato dal vicepresidente del partito Jean-Francois Jalkh all’inizio della seconda giornata di un congresso che secondo Marine Le Pen intende rilanciare il partito e che, nel suo discorso programmatico di oggi pomeriggio, proporrà anche un cambio di nome. Con ogni probabilità, la parola “fronte” sparirà dalla prossima denominazione, ma non “nazionale”.
Presente al congresso Steve Bannon, ex stratega di Donald Trump. La sua partecipazione era stata annunciata da uno dei dirigenti del Fn, Louis Aliot, in un tweet. “Benvenuto Steve Bannon – ha scritto Aliot -. I popoli si risvegliano e riprendono in mano il loro destino”.
Bannon “incarna il rifiuto dell’establishment – scrive Aliot in un altro tweet – che ha nell’Ue di Bruxelles uno dei suoi peggiori simboli. Lui ha capito, come Trump e Matteo Salvini, la volontà dei popoli di riprendersi il loro destino”.
Nel suo applaudito intervento Bannon ha assicurato i militanti che la vittoria è imminente: “La storia è dalla nostra parte e ci guiderà dalla vittoria alla vittoria”. L’ex stratega di Trump ha anche invitato il partito a seguire l’esempio italiano del M5S e della Lega e ha anche fischiato i media, secondo lui “agli ordini dell’establishment”.
“Il mio sogno è di veder governare assieme Lega e M5s, espressioni diverse dello stesso fenomeno”, ha detto Bannon in un’intervista a La Stampa. Dichiarando la propria preferenza per il leader leghista, Bannon ha anche aggiunto: “Salvini sta con il popolo, ha un cuore, essendo stato comunista e pensa solo a combattere libero commercio e migranti”.
Già responsabile di un sito di estrema destra, Bannon ha vissuto da vicino l’ascesa di Trump. Ha diretto la sua campagna nella fase finale, poi è stato suo consigliere nei primi sette mesi di presidenza. Il sodalizio si ruppe lo scorso agosto, quando fu costretto a lasciare la carica di consigliere strategico alla Camera dopo la scoperta di fughe di notizie sulla stampa da lui stesso orchestrate.
Repubblica.it