Il Cda di Tim ha approvato il progetto di separazione della rete e ha conferito mandato all’ad Amos Genish di avviare l’iter formale per la notifica ad Agcom. Il progetto – precisa una nota – prevede la creazione di una Netco controllata al 100% da Tim, proprietaria della rete di accesso e di tutta l’infrastruttura, “manterrà invariato il perimetro del gruppo, avverrà in conformità e nel rispetto della disciplina del Golden Power”.
Tim chiude il 2017 in linea con le attese degli analisti. I ricavi sono stati pari a 19,8 miliardi (+4,2%), l’Ebitda di 7,79 miliardi (-2,6%) – si legge in una nota – “sconta l’impatto negativo di oneri non ricorrenti per complessivi 883 milioni di euro principalmente connessi a processi di ristrutturazione”. L’Ebit è sceso di conseguenza dell’11,6% a 3,2 miliardi e l’utile si attesta a 1,12 miliardi (-38%) che sconta anche “nell’esercizio 2016, l’impatto positivo della valutazione al fair value dell’opzione implicita inclusa nel prestito obbligazionario a conversione obbligatoria”.
Il piano strategico di Tim 2018-2020 punta a una forte crescita dell’equity free cash flow consolidato nel triennio, per un totale cumulato di circa 4,5 miliardi di euro, confermata per il 2018 una significativa riduzione del rapporto debito netto/ebitda a circa 2,7 volte in costante diminuzione nel 2019 e nel 2020. Sul domestic prevede una complessiva stabilità dei ricavi da servizi e crescita dell’ebitda media annua 2017-2020 low-single digit in Italia. Le linee guida prevedono una crescita delle linee ubb fisse (retail ewholesale) in crescita a circa 9 milioni al 2020, crescita dei ricavi da servizi e dei margini per Tim brasil e Inwit”. Un importante contributo al Piano, si legge nella nota, sarà dato dalle società controllate TIM Brasil, Inwit, e Sparkle.
ANSA