di Cesare Lanza per LaVerità
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Sergio Mattarella
Su, ma solo per il doveroso rispetto del suo ruolo di Capo dello Stato, che porrà il presidente al centro delle future vicende elettorali. Giù, invece, per il deludente discorso di fine anno, apprezzabile solo per la brevità. Invito a votare, ad esempio? Ok, ma neanche una parola di comprensione per milioni di italiani che non votano, disgustati dalla politica.
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Kim Jong-Un
Ci è o ci fa? Al dittatore nordcoreano calza a pennello questa antica, popolaresca domanda. Nella sua ultima esternazione ancora una volta è forte la minaccia: il suo dito, dice, sfiora il pulsante dell’attacco nucleare. Se è sincero, mette i brividi. Ma forse è solo un modo, fronteggiando Donald Trump, per proporsi come protagonista nel mondo.
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Giorgia Meloni
Ha un merito: la chiarezza popolare, pane al pane e vino al vino. Nei sondaggi il suo partito cresce, a dimostrazione che la schiettezza porta consensi. Dice che se Silvio Berlusconi e Matteo Salvini non smettono di farsi i dispetti, la coalizione di centrodestra rischia di perdere voti e indebolirsi. Difficile darle torto!
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Matteo Renzi
Sorprendente è la sua ostinazione e nei sondaggi il Pd precipita giorno dopo giorno. Non fa neanche mezzo passo indietro, non si rende conto che è lui il padre di tutti i problemi. Se avesse preso atto della disfatta di Maria Elena Boschi… Se candidasse un altro premier al suo posto… macché: «Il padrone sono me!», come nel romanzo di Alfredo Panzini.
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Maurizio Sarri
Il tecnico toscano e personaggio di livello ormai internazionale, allenatore apprezzato dovunque per la sua qualità di insegnare alle sue squadre a giocare un calcio brillante e offensivo. Il suo Napoli ha appena conquistato il cosiddetto scudetto d’inverno, che spesso anticipa quello finale. Vedremo, la sostanza (tanta roba) c’è.
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Patrik Shick
È il grande punto interrogativo del campionato di calcio, fino a oggi deludente, della Roma. È un campione e questo si vede. Ha fatto faville nella Samp, è stato acquistato e poi rifiutato dalla Juve prima di arrivare nella capitale. Ha deluso: evidenti i limiti fisici e psicologici, per di più l’allenatore non riesce a dargli un ruolo convincente.