Marina Berlusconi, intervistata da La Stampa, parla di regole dei giganti del web, innovazione e dittatura digitale.
Le regole dei giganti del web (Google, Apple, Amazon, Microsoft e Facebook) e le innovazioni digitali al centro dell’intervista a Marina Berlusconi da parte del quotidiano La Stampa. La primogenita di Silvio Berlusconi, presidente di Fininvest e di Arnoldo Mondadori Editore, ha parlato della scarsa regolamentazione che avrebbe avuto un ruolo determinante per la crescita dei big five del web. La privacy, le opportunità di lavoro per i giovani del futuro e la democrazia in pericolo sono punti cardine per l’imprenditrice dell’editoria che ammette come internet e il digitale abbiano cambiato le nostre vite e continueranno a farlo ma potrebbe non essere sempre in positivo.
Una dittatura digitale possibile. Marina Berlusconi sembra evocare una sorta di dittatura digitale e fa leva sul fatto che i Big Five hanno potuto operare in un contesto privo di regole. “Da imprenditore dell’editoria, dico che con le Big Five dobbiamo poter competere ad armi pari. Da madre, mi chiedo quali prezzi dovremo pagare per le nuove opportunità offerte ai nostri figli. Da cittadina, qualche domanda sul futuro della democrazia me la faccio” ha ammesso la presidente di Fininvest. Si parla così di web tax e del fatto che Facebook lo scorso anno ha versato al fisco italiano nemmeno 300 mila euro contro i 2,5 milioni versati da Amazon e di mancanza di dati di vendita da parte di Amazon e degli altri colossi. Amazon potrebbe decidere cosa farci leggere. In un contesto che sembra privo di regole, Marina Berlusconi sottolinea come “Google controlla nel mondo quasi il 90% dei motori di ricerca, Facebook il 66% del traffico social” mancano le barriere insomma e regole che valgano per tutti. Un paragone con i robber barons americani, sottolineando come Amazon e Google siano ancora più potenti con il rischio che, alla lunga, Amazon potrebbe persino decidere cosa farci leggere: “Seguono un modello, a partire da Amazon, non così innovativo: distruggere ogni mediazione, ogni passaggio fra loro e il consumatore finale, mettere fuori mercato tutti gli operatori della catena produttiva-distributiva praticando prezzi insostenibili, grazie alle economie di scala che la globalizzazione consente, alla tecnologia e ai comportamenti cui accennavo. Una volta padroni del mercato, saranno liberi di imporre a tutti le loro condizioni”. Perplessità anche per la rivoluzione digitale e il potere dei social “paghiamo un prezzo altissimo per questa rivoluzione digitale, il prezzo della nostra identità e privacy, miliardi di persone accettano di essere schedate, ai social non interessa informare correttamente, ma attrarre, e spesso il falso attrae più del vero. E il consumatore che apprezza il tutto gratis è magari lo stesso che, nella guerra dei giganti per eliminare ogni concorrenza, è rimasto senza un lavoro o diventato un precario”. E se porrebbe sembrare troppo critica verso il mondo digitale Marina Berlusconi conclude così il suo pensiero: “Mi torna spesso in mente uno dei libri che più amo, “Vita e Destino”, la denuncia di Vasilij Grossman sugli orrori di comunismo e nazismo. Nessun paragone senza senso, ma sa perché mi torna in mente? Perché i colossi del web, cavalcando la globalizzazione, tendono a creare un mondo omologato, stessi gusti, stesse abitudini, stessi consumi. Grossman dice invece che proprio nell’unicità e nella diversità di ciascuno sta l’essenza stessa dell’uomo. E dove si cerca di cancellare varietà e differenze, “la vita si spegne”. Una frase che mi ha molto colpito. In fondo, è proprio vero che nei libri è già scritto tutto”.
InvestireOggi