Alcuni studenti dell’Università di Roma la Sapienza affrontano un argomento tabù grazie all’elaborazione di un questionario. La prima domande è: “Hai mai acquistato un prodotto di make-up online?” Ma non lo chiedono solo alle donne bensì anche agli uomini.
“Credi che il genere sessuale influisca sull’acquisto di prodotti make-up? (Sì, no, in parte) E ancora, “(Solo per uomini) Sei solito truccarti?” – “Pensi che in Italia gli uomini si sentano liberi di truccarsi (utilizzo di rossetti, ombretti, etc..)?” La risposta è senza alcun ombra di dubbio negativa. In Italia gli uomini non sono liberi di truccarsi. Molte le opinioni attorno a questo tema, a partire da quelle più tradizionaliste, secondo le quali il trucco sarebbe nato per enfatizzare alcune caratteristiche proprie della donna, come ad esempio le labbra carnose, o un paio di occhi seducenti, le quali ciglia esaltate dal rimmel renderebbe lo sguardo più attraente. Sembra infatti che tutto il mondo del make-up ruoti principalmente attorno alla bellezza e alla sensualità femminile.
E’ evidente che, qualora un uomo decidesse di mettere il rossetto, farebbe strano a tutti e (secondo la logica di questa opinione) non apparirebbe poi così sexy agli occhi di nessuno. Questo perché a prescindere dal proprio orientamento sessuale “un uomo che si trucca è inaccettabile, non è un uomo. Il trucco è per donne”.
Ma, cosa accade quando il trucco non viene concepito banalmente, come mezzo tramite il quale la donna decora se stessa per attirare l’uomo (o magari un’altra donna), ma come forma d’arte, espressione di se’ ? A quel punto, troveremmo ancora differenze di genere? Chi ha stabilito i confini sessuali del make-up?
Contrariamente alle opinioni tradizionaliste, parte della nuova generazione sembra essere molto più aperta alle realtà complementari sussistenti, che spesso vengono rinnegate.
Il questionario ha come scopo la creazione di un piano marketing, tuttavia non viene da meno sul piano sociologico, volgendo lo sguardo verso tutte quelle verità che ci circondano ma che ci ostiniamo a non vedere, a non accettare, a non ritenere valide. Uno sguardo che lasci libero un ragazzo di truccarsi, di nutrire la passione per il make-up, senza dover essere per forza ridisegnato come omosessuale, transessuale o folle; perché Il make-up, in tutte le sue forme, non ha un orientamento sessuale.
Oggi giorno in Italia, il trucco maschile non è ammesso perché “è da donna” ma, ricordiamoci che… negli anni che hanno preceduto i due conflitti mondiali, un discorso simile era stato fatto per i pantaloni, indumento, all’epoca, esclusivo dell’uomo e ricollegato alla mascolinità. Una donna con i pantaloni era dunque inaccettabile. Eppure, oggi, la maggior parte di loro indossa più il pantalone della gonna, e senza dover sopportare alcuna etichetta di genere. Chi lo sa, se magari, un domani potrà accadere lo stesso anche per il trucco maschile?
Forse in futuro, un ragazzo che vorrà coprire un imperfezione del viso con un po’ di fondotinta, o mettere del mascara per esaltare gli occhi, non dovrà più essere necessariamente vittima di commenti e pregiudizi.
Nel frattempo cambiano i questionari, ed anche agli uomini viene chiesto “Che tipo di trucchi usi?”
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CJ