Presentato uno studio sull’impatto delle emissioni che arrivano dall’ambito domestico in particolare dai piccoli apparecchi alimentati a biomassa solida
Non solo grandi fabbriche e mezzi di trasporto. Una buona parte delle emissioni nell’aria che poi respiriamo arriva dall’ambiente domestico, in particolare dai piccoli apparecchi alimentati a biomassa solida.
È quanto emerge dallo “Studio comparativo sulle emissioni da apparecchi a gas, gpl, gasolio e pellet ed effetto dell’invecchiamento”, condotto da Innovhub–Stazioni Sperimentali per l’Industria.
I risultati. Dallo studio è emerso che, dopo un certo tempo di utilizzo, le stufe a pellet subiscono una degenerazione delle prestazioni in termini di Monossido di Carbonio (Co). Incrementi marcati di Particolato (Pm) si sono osservati in tre casi su quattro. Molto più marcate sono le variazioni di Benzo(a)Pirene (Figura 3) e degli altri Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) con incrementi da quasi 40 a oltre 80 volte rispetto al valore rilevato inizialmente. In tutti i casi, dopo l’invecchiamento, si verifica l’incremento delle emissioni.
Cambio di rotta necessario. Andrea Arzà, amministratore delegato di Liquigas, ricorda che gpl e gnl rappresentano una risposta già disponibile all’esigenza di adottare soluzioni energetiche sostenibili per il riscaldamento domestico nelle aree non metanizzate. “Queste fonti, a differenza di combustibili inquinanti quali gasolio e biomassa, presentano livelli quasi pari a zero di emissioni di polveri sottili, oltre a generare emissioni limitate di So2, Nox e di Co2”, ricorda. “Quindi sono i migliori candidati per sostenere il fabbisogno nazionale di energia nella fase di transizione verso la low carbon economy”.
Francesco Franchi, presidente di Assogasliquidi, l’associazione di Federchimica che rappresenta le imprese italiane del comparto distribuzione gas liquefatti per uso combustione e autotrazione, esprime l’auspicio che “i risultati di questo nuovo studio scientifico possano costituire la base per i decisori politici affinché effettuino scelte consapevoli di politica ambientale, sanitaria e fiscale che scoraggino l’uso di combustibili inquinanti e valorizzino le fonti energetiche più pulite”.
Luigi Dell’Olio, Repubblica.it