Più che i costi di spedizione e dei tempi di attesa (ormai in molti casi compresi nell’arco delle 24 ore), il vero ostacolo all’acquisto di merci on line con consegna a domicilio è il timore è che il prodotto acquistato possa essere rubato nel corso della spedizione: il 41% degli americani, secondo un recente sondaggio commissionato negli USA dalla Shorr (una delle più importanti società paese di packaging e spedizioni del Paese), non acquista prodotti on line proprio per la preoccupazione che possano essere rubati.
La ricerca, condotta su 1000 consumatori, ha in effetti evidenziato come il principale ostacolo per le magnifiche sorti e progressive di quello che sembra essere inevitabilmente destinato a essere il futuro del commercio nei Paesi avanzati, l’acquisto a distanza (grazie soprattutto a internet) e la consegna a domicilio, sia proprio la possibilità di un furto.
Il sondaggio di Shorr ha cercato di capire quanti consumatori sono stati colpiti dal furto dei pacchetti di merce acquistata via web e quali sono le misure che i rivenditori online debbono a loro giudizio porre in essere per garantire che la merce acquistata on line arrivi sicura a destinazione. L’esito della ricerca ha materializzato le peggiori preoccupazioni: il furto di pacchetti di merce spedite a domicilio è sorprendentemente più diffuso lungo tutto il corso dell’anno più di quanto si ritenesse. Secondo la rilevazione, infatti, quasi tre su 10 consumatori hanno sperimentato furto di pacchetti nell’ultimo anno.
Nonostante il rischio piuttosto alto, però, i consumatori continuano a preferire a rivolgersi ancora una grande quantità di forniture a domicilio. Quasi tutti i pacchetti (95 per cento) vengono spediti a una casa e solo il 5 per cento viene inviato al luogo di lavoro di una persona. Il 53% degli intervistati ha dichiarato di organizzarsi per assicurarsi di essere a casa al momento dell’arrivo del pacchetto, e ciò anche in assenza della necessità di dover firmare per esso al momento della cosegna.
I furti dei pacchetti spediti a domicilio hanno implicazioni che vanno ben oltre il danno subito dall’acuirente per la perdita del suo acquisto: l’analisi dei dati rilevati dal sondaggio Shorr suggeriscono infatti che la paura può influenzare in modo molto rilevante il modo in cui la gente acquista. Emerge, ad esempio, che più di quattro consumatori su 10 (il 41% degli intervistati) non acquista certi prodotti on line solo perché temono che i pacchetti verranno rubati.
A causa del loro valore (ma anche dell’imballaggio, in genere tale da rivelare il contenuto), la preoccupazione è rivolta soprattutto ai prodotti dell’elettronica, i più “piratati” nel percorso di spedizione.
Proprio le caratteristiche della confezione sono state il fattore di rischio più citato dagli intervistati (33%), insieme all’indicazione del marchio nell’imballaggio (31%) e alla presenza di testo descrittivo sulla scatola (20%). Per un ladro potenziale, in effetti, non occorre molto sforzo né troppa fantasia per scegliere un pacchetto da rubare, se su una scatola a forma di TV è riportato il marchio Samsung o Philips…
Ad avviso dei consumatori (il 61% dei quali ritiene che chi vende on line non stia facendo abbastanza per prevenire il furto delle merci inviate a domicilio), la prima necessità per ridurre i fattori di rischio di furto è dunque quella di intervenire nelle fasi dell’imballaggio e della spedizione. Le misure che si attendono al riguardo spaziano dall’uso di confezioni discrete (29 per cento), assicurazione contro il furto dei pacchetti (16%) e capacità di monitorare i percorsi dei pacchetti con GPS (9%).
Il timore di furti durante le spedizioni, a ogni buon conto, non sembra essere un deterrente sufficiente per arrestare la crescita sicura e costante degli acquisti on line, sostenuta peraltro da un numero crescente di aziende, anche attraverso iniziative mirate a fornire opzioni flessibili a una clientela potenzialmente sterminata.
In questo quadro rientra per qualche verso anche il recente accordo perfezionato (dopo una fase istruttoria durata quasi un anno) tra FedEx, gigante statunitense delle spedizioni che opera a livello mondiale, e la Walgreens Boots Alliance, il colosso della distribuzione farmaceutica mondiale guidato dagli italiani Stefano Pessina e Ornella Barra, con il quale verrà reso disponibile ai cittadini americani un servizio di “pickup and drop-off” nelle 7500 farmacie Wba sparse sul territorio dell’Unione. In buona sostanza, i cittadini americani potranno utilizzare le farmacie di Walgreens come centri di consegna e di ritiro di pacchi spediti tramite FedeEx, principale operatore del settore.
Un classico accordo “win-win”, grazie al quale il colosso mondiale delle spedizioni consolida la sua strategia di espansione, garantendo per le prossime festività a tutta la popolazione americana di avere un punto FedEx a meno di 10 minuti da casa, e Walgreens potrà aggiungere un altro importante servizio al novero di quelli assicurati dalle sue farmacie, offrendo la possibilità di inviare e ricevere la merce in modo sicuro e affidabile e assicurandosi così un’occasione di maggiori ingressi nei suoi esercizi.