Il commissario tecnico della Nazionale, in vista dello spareggio decisivo di lunedì: «Spero di cambiare in meglio»
Prima dei fatti, le parole. Prima della partita senza paracadute contro la Svezia (San Siro, lunedì 20.45) il c.t. Gian Piero Ventura e il capitano Gianluigi Buffon si presentano nella saletta stampa del centro sportivo dell’Inter ad Appiano Gentile. E Ventura promette innanzitutto dei cambiamenti in formazione: “Qualcosa cambierà rispetto a Solna, speriamo in meglio – sottolinea il c.t.- . Lo vedremo in vista della gara. Abbiamo analizzato le cose che sono andate bene e quelle meno. Sono esattamente consapevole che la gara è fondamentale per noi, ma è lo stesso scenario che c’era quando ho firmato con la Nazionale. Sapevamo che c’era la Spagna e potevamo fare i playoff. Non ci può essere sorpresa per essere arrivati a questo punto”.
Nessuna autocritica
Nessuna autocritica quindi dopo la brutta prestazione e la sconfitta della gara d’andata. Non a caso, dopo averlo fatto a caldo, il commissario tecnico torna sull’arbitraggio. Di venerdì e di lunedì. “Secondo me l’arbitraggio in Svezia poteva essere gestito meglio, ma fa parte del gioco. A fine partita ho solo detto che la partita poteva essere gestita in maniera più corretta. Certo che se poi domani uno dei nostri giocherà con la maschera protettiva per il naso… Noi siamo l’Italia, se ci qualifichiamo, lo faremo giocando al calcio.
Chiedo correttezza
Ventura insiste quindi sul tema comportamentale e sull’avversario. Ma poi mette l’accento anche su quello che servirà per ribaltare il risultato: “Io non so che partita ci sarà a San Siro, ma spero che ci sarà correttezza. Domani servirà tutto: tattica, cuore e determinazione. Consigli degli altri? Tutti gli allenatori ascoltano i consigli, ma poi alla fine decidono con la loro testa. Il campo ci dirà tutto. Jorginho? Quello che ho detto in passato sul suo conto lo pensavo e non cambio idea”.
Tensione giusta
Per Gianluigi Buffon, in caso mancata qualificazione, sarà l’ultima partita ufficiale in Nazionale a 20 anni dal debutto nello spareggio in Russia per Francia ’98. Ma pensarci adesso non ha troppo senso. L’atmosfera è già abbastanza elettrica così: “Sicuramente è un momento carico di tensione vista la posta in palio – conferma il capitano azzurro – . Abbiamo tutti grandi responsabilità. Abbiamo la possibilità per ribaltare il risultato. Culliamo il sogno di andare al Mondiale”.
Importante per tutti
Buffon non pensa a se stesso e all’eventuale addio. Ma a tutto il calcio azzurro: “La mia situazione personale non conta nulla. E’ capitato tante volte nella mia carriera di essere davanti a delle gare così, dei bivi da dentro o fuori – dice il portiere della Juventus – . Un passaggio del turno sarebbe importante per il movimento calcistico nazionale, e davanti a questo i discorsi relativi al mio personale futuro non sono importanti. Noi giocatori la viviamo in modo sereno, ma ognuno di noi la vive nel suo modo personale. Per quanto mi riguarda da venerdì sono in tensione, ho la giusta attenzione per la gara. San Siro deve essere positivo, non criticarci se ci saranno errori, ma stare sempre con noi fino alla fine. Per le critiche e tutto il resto eventualmente ci sarà tempo dopo. Ma adesso basta parole. E’ l’ora dei fatti”. Appunto.
Paolo Tomaselli, corriere.it