Se non si è più autosufficienti si sceglie fra assegni mensili e versamento una tantum
Viviamo sempre più a lungo. Adesso a 65 anni l’aspettativa di vita arriva ad altri 20,7 anni per il totale dei residenti in Italia. Vuol dire che l’attesa di vita si è allungata di cinque mesi rispetto a quelle registrate nel 2013.
Il tema è di crescente attualità: malattie come l’Alzheimer, per esempio, assumono sempre di più i tratti di un’emergenza che coinvolge anche i famigliari dei malati, sia sul piano dell’assistenza socio-sanitaria sia sul piano della sostenibilità economica. Secondo i dati raccolti recentemente dall’Osservatorio di Reale Mutua, dedicato al welfare, un italiano su due teme di non riuscire a sostenere i costi nel caso di non autosufficienza.
Il Censis dice che sono oltre 3 milioni i non autosufficienti in Italia, vale a dire il 5,5% della popolazione mentre già 561 mila di famiglie hanno utilizzato tutti i risparmi a disposizione per far fronte a questo problema, anche arrivando a indebitarsi o vendere la casa.
La materia riguarda il nostro sistema di welfare. L’assegno di accompagnamento e tutti gli altri strumenti e sussidi messi a disposizione andranno ripensati.
Il tema sta diventando sempre più attuale anche tra società assicurative e compagnie specializzate nell’assistenza integrativa, italiane e internazionali, che puntano sempre di più sul nostro Paese e su questo problema. Del resto i cambiamenti socio-demografici in corso, con i giovani che non lavorano e spesso dipendono dalla pensione dei genitori, stanno facendo crescere la domanda di coperture sulla vecchiaia.
Sul mercato queste compagnie, arrivano anche con prodotti nuovi che combinano le esigenze di risparmio, anche per periodi lunghi della durata di 40 anni, con la tutela in caso di non autosufficienza.
La più diffuse sono le polizze Long Term Care. Questo strumento è già molto utilizzato all’estero. Interviene in caso di non autosufficienza, vale a dire nell’ipotesi che l’assicurato abbia perso la capacità di svolgere alcune delle principali azioni della vita quotidiana (levarsi, muoversi, vestirsi e mangiare).
In questo caso, il cliente della polizza avrà diritto a un assegno annuo oppure alla prestazione di assistenza. Ogni polizza ha però le proprie clausole ed è sempre bene leggere bene i documenti prima di sottoscrivere il prodotto. Come funzionano le polizze Long Term Care? Ci sono due tipi di copertura: una è ad accumulazione e l’altra è a ripartizione.
Il primo caso permette di accumulare un piccolo capitale nel corso degli anni. Al verificarsi dell’evento sfavorevole, la compagnia attingerà da questo tesoretto per pagare un capitale una tantum, oppure una somma prefissata per tutto il periodo nel quale si verifica la condizione di non autosufficienza. che può durare anche per tutto il resto della vita.
Naturalmente questo assegno riuscirà a coprire solo parte delle spese da affrontare, ed è altrettanto ovvio che la rendita sarà in funzione di quanto versato negli anni.
In genere la compagnia di assicurazione cerca di costruire un’indennità fra i 500 e i 3000 euro al mese. Una somma che può essere utilizzata per pagare parte della retta della casa di riposo oppure per pagare la badante. Questa formula conviene a chi è più giovane e ha più tempo per costruire il capitale e anche perché, superata una certa età, richiede il pagamento di premi parecchio salati.
La Stampa