(di Lucia Sali, case ANSA) – BRUXELLES – L’anno della svolta, con passi graduali verso il ritorno alla crescita dei ricavi e l’avvio di una riforma dell’approccio Ue al settore, che permetta di rilanciare gli investimenti nelle infrastrutture. E’ il 2015 carico di aspettative che si apre per le telecomunicazioni in Europa, dove sul tavolo restano – tramontato il 2014 con il pacchetto Kroes ormai bloccato – una serie di nodi importanti da sciogliere, dalla fine del roaming alla net neutrality, sino alla revisione dell’assegnazione dello spettro. Elemento chiave dell’anno nuovo, le attese misure della Commissione Juncker per lo sviluppo del mercato digitale ma soprattutto la definizione delle linee di un rinnovato quadro europeo per il settore entro giugno. Un impegno, questo, preso dai responsabili del neo esecutivo Ue, il vicepresidente Andrus Ansip e il commissario Guenther Oettinger, che lo hanno inserito nel programma di lavoro per il 2015, e poi siglato dai leader dei 28 nelle conclusioni dell’ultimo vertice del 18 dicembre.
Queste invitano infatti “a imprimere nuovo slancio ai lavori sulle proposte in sospeso riguardanti il mercato unico digitale” e “a presentare una comunicazione ambiziosa in questo settore ben prima” del vertice “di giugno 2015”.
Per gli operatori, infatti, è questo il momento dell’ ‘adesso o mai più’. Con il Piano d’investimenti Juncker e una regolamentazione semplificata che dia certezza normativa ai privati e consenta anche in termini di politiche della concorrenza di consolidare il mercato, gli investitori sarebbero pronti – secondo dati citati da Luigi Gambardella, il presidente dell’associazione degli operatori tlc europei (Etno) – a mobilitare 80 miliardi di euro. Solo così il gap con gli Usa sugli investimenti potrebbe cominciare a richiudersi.
Al momento, infatti, le cifre condannano l’Europa alla retroguardia: nel 2013 gli operatori americani hanno aumentato i loro investimenti del 5,7% contro un ulteriore declino dello 0,4% da parte delle compagnie europee. Queste, secondo il rapporto annuale di Etno, torneranno a crescere dell’1% nel 2016, mentre i grandi fornitori di servizi su internet, come Google o Facebook, hanno visto una crescita costante ma non hanno investito in quelle infrastrutture necessarie per la banda larga veloce o ultra veloce necessaria per far decollare applicazioni innovative. Il primo gennaio del 2015 ricorrono i 30 anni dalla prima chiamata su telefono cellulare in Gran Bretagna su una rete commercial mobile e i primi mesi dell’anno si riveleranno cruciali anche sul fronte di roaming, neutralità della rete e spettro. Bruxelles dovrà decidere se abbandonare definitivamente il controverso pacchetto Kroes – bloccato dagli stati membri – o se incorporarlo in una strategia più ampia. La promessa ai cittadini di eliminare il roaming per Natale 2015, però, sembra destinata a rimanere tale. Dopo i veti incrociati dei paesi, ad affossarlo è arrivata anche l’opinione dei regolatori europei del Berec, secondo cui “la rimozione dei sovraccosti del roaming al dettaglio in Europa non è attualmente sostenibile o fattibile in pratica”.