La caccia al prossimo presidente della Fed è, a meno di sorprese dell’ultima ora, chiusa. I consiglieri della Casa Bianca hanno consegnato a Donald Trump la short list dei candidati raccomandati per assumere la guida della banca centrale. La corsa è a quattro: c’è l’attuale presidente Janet Yellen, che sembrerebbe però avere poche chance, e ci sono l’ex governatore della Fed Kevin Warsh, il consigliere economico della Casa Bianca Gary Cohn e l’attuale governatore della banca centrale Jerome Powell.
Al momento non ci sarebbe un favorito nella corsa, riporta l’agenzia Bloomberg citando alcune fonti, secondo le quali anche se Trump ha l’autorità di scegliere un candidato fuori dalla lista è improbabile che lo faccia. La presidenza della Fed è solo una delle caselle che l’amministrazione deve riempire alla banca centrale: Trump infatti deve nominare anche il vice presidente dopo le dimissioni di Stanley Fisher e due governatori. Il mandato attuale di Yellen scade il 3 febbraio e, venerdì scorso, il presidente americano ha detto che avrebbe deciso «in due-tre settimane», per concedere così i tempi tecnici per l’approvazione della nomina in Congresso. La scelta del presidente della Fed è determinante per il futuro della politica monetaria della banca centrale: Trump potrebbe scegliere un falco come Warsh al posto della colomba Yellen, aprendo la strada a un ritmo di rialzi dei tassi di interesse più veloce e a una normalizzazione più rapida del bilancio della Fed. Il processo di riduzione del bilancio è atteso al suo inizio per la prossima riunione del 31 ottobre-1 novembre: si tratta di un passaggio storico che volta la pagina della crisi con la fine degli stimoli e del quantitative easing. Un’operazione dalle enormi dimensioni: il bilancio della Fed è esploso a 4.500 miliardi di dollari con gli acquisti di asset e mai in precedenza si è tentato un simile esperimento di ridimensionamento.
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