Sin dai primi momenti della sua elezione, le decisioni prese dal Presidente degli Stati Uniti Donald Trump sono state oggetto di critiche e dibattiti. A quanto pare, le sue leggi, sarebbero poco favorevoli persino per l’industria videoludica, o almeno questo è ciò che hanno affermato due grandi publisher come Electronic Arts e Take-Two Interactive.
Durante un panel tenuto ieri in occasione del Games for Change Festival, le compagnie hanno discusso riguardo ad alcune politiche in particolare del Presidente che, a loro detta, sono sfavorevoli per l’industria videoludica statunitense.
Ad esempio, siamo tutti a conoscenza delle iniziative alquanto severe di Donald Trump nei confronti dei lavoratori provenienti dall’estero. Il Presidente ha firmato, nel mese di aprile, un ordine esecutivo per revisionare il programma del visto H-1B, che permette alle compagnie di assumere lavoratori particolarmente dotati dall’estero in campi specializzati della scienza e della tecnologia (tra i quali, lo sviluppo di videogiochi). La revisione potrebbe, infine, diminuire il numero dei visti assegnati per favorire i lavoratori americani.
Craig Hagen di Electronic Arts sostiene che tale iniziativa sia negativa, perché si assiste ad una “costante diminuzione di lavoratori qualificati in questa industria”. Alan Lewis di Take-Two ha rafforzato il concetto, spiegando che l’industria dei videogames ha bisogno di figure professionali provenienti da tutto il mondo, ma le politiche restrittive di Trump scoraggiano l’arrivo di nuovi e promettenti talenti dall’estero, a causa del clima di tensione che si sta instaurando nel Paese.
Sempre Hagen, di EA, ha puntualizzato come le idee dell’attuale Presidente riguardo ai programmi di educazione relativi alla scienza ed alla tecnologia possano influire negativamente anche sulla preparazione degli studenti in questi campi, per via dei tagli di budget. Infine, gli sviluppatori hanno terminato il proprio discorso dicendo che la politica fa fatica a tenere il passo con le innovazioni tecnologiche: l’industria dei videogames deve sforzarsi di sopravvivere anche tra le leggi che non sono adatte ad essa.
Cristina Imrpoda, Everyeye.it