4,2 miliardi per la gestione dei flussi migratori, di cui 2,8 miliardi per l’accoglienza: sono queste le cifre che stanzierà l’Italia nel 2017, secondo quanto riferito dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. Ecco tutti i costi della crisi migratoria
4,2 miliardi per la gestione dei flussi migratori, di cui 2,8 miliardi per l’accoglienza: sono queste le cifre che stanzierà l’Italia nel 2017. Lo ha spiegato il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, rispondendo al question time alla Camera citando i dati contenuti nel Def di aprile. «Per far fronte alle attuali previsioni di spesa per il 2017, ben superiori a quelle del 2016, il ddl di assestamento di bilancio prevede un’assegnazione di ulteriori 600 milioni al capitolo per l’accoglienza del ministero dell’Interno», ha detto il ministro. Il tutto, per rispondere a un aumento di sbarchi rispetto al 2016, quando arrivarono 170mila persone. Quest’anno, invece, ne sono previste 200mila. Il dato più interessante, come evidenzia il Fattoquotidiano.it, è che, rispetto allo scorso anno, i costi per l’assistenza straordinaria sono addirittura quadruplicati, raggiungendo quota 1,7 miliardi.
Costo della crisi
Nel 2015, la crisi migratoria ci è costata 1,2 miliardi di euro, secondo i dati dichiarati dai ministeri dell’Interno, dei Trasporti e della Difesa. Nel 2016, gli stessi ministeri dichiarano cifre più alte, fino a 2,7 miliardi di euro, di cui 2,1 per il solo sistema di accoglienza. Eppure, fa notare il Fattoquotidiano.it, le cifre rispetto al Documento di economia e finanza (Def) dell’aprile 2016 non tornano: perché il Ministero del tesoro scrive che le spese sono ammontate rispettivamente 2,6 e 3,7 miliardi di euro. C’è discrepanza soprattutto sulle voci di spesa che riguardano i «soccorsi» e «sanità e istruzione». In particolare quest’ultima, costata circa 550 milioni all’anno secondo il Def, a quanto affermano il Ministero dell’istruzione e della Sanità ricade in pieno nelle competenze del Viminale nei centri d’accoglienza.
Sistema di accoglienza
Il sistema d’accoglienza si è ampliato notevolmente in questi ultimi due anni. Nel 2015 i nuovi arrivati sono stati 103.792. Nel 2016 si è passati a 176.554: secondo quanto riferisce il Fatto, il Viminale si sta indebitando sempre di più per mantenere le strutture. Lo stesso ministro Marco Minniti, nel marzo 2017, riferiendo in Senato del bilancio consuntivo 2015, informava che la spesa per i centri di accoglienza «nel corso dell’esercizio 2015 non è stata supportata da un adeguamento proporzionale delle risorse finanziarie, malgrado la programmazione delle spese in sede di bilancio di previsione e le proposte di assestamento, solo in parte assentite». Quindi, la spesa dei centri di accoglienzaè passata da 600 milioni a oltre 1,2 miliardi tra il 2014 e il 2015. Nel 2016 il costo complessivo è arrivato a 1,9 miliardi. Parallelamente alla spesa, è cresciuto il debito: nel biennio 2015-16 da 211 milioni ha raggiunto i 408 milioni nel 2016.
Assistenza straordinaria
Anche i costi per l’assistenza straordinaria sono quadruplicati. Se i fondi per lo Sprar hanno criteri di spesa precisi e uno standard a cui adeguarsi, tutt’altro avviene con i Cas, i Centri di accoglienza straordinaria, no. Alcuni di questi richiedono molti fondi per ristrutturazioni e messa in sicurezza, circostanza che fa lievitare i costi. Così, nel 2016, allo Sprar sono serviti 260 milioni, mentre il budget per le strutture straordinarie, fissato a 450 milioni, si è quadruplicato, arrivando a 1,7 miliardi. Questo perché i Comuni che aderiscono allo Sprar, un programma che funziona solo su base volontaria, sono uno su otto. La coperta continua ad essere corta e i fondi stanziati, finché si agirà solo in emergenza, non basteranno mai. Questo nonostante già ci sia una stima di quanti posti servono all’Italia nel 2017: circa 200mila.
Salvataggi
Secondo il Def, il costo complessivo delle operazioni di salvataggio in mare è di e di 773 milioni nel 2015 e di 729 milioni di euro nel 2016. Una cifra più di dieci volte superiore al costo dei soccorsi operati dalla Guardia Costiera nel 2015 indicato dal Primo Maresciallo Antonio Ciavarelli il 5 agosto, in audizione al Comitato Schengen: 60 milioni di euro. Quanto alle Capitanerie di Porto, nel 2016 hanno invece stanziato 441 milioni per tutte quelle attività che rientrano sotto il cappello della «salvaguardia delle vite umane». Tra l’operazione Mare Sicuro e il contributo a Eunavformed, la missione Sophia con la quale la Commissione europea vuole arrestare i trafficanti di uomini, al conto si aggiungono altri 160 milioni. Il totale per il 2016 è quindi 600 milioni di euro per le operazioni.
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