Il Governatore: “Esagerata chiusura per otto ore”. Mercoledì l’incontro dell’Osservatorio sulla crisi idrica con un focus sul caso Roma. Il Vaticano chiude tutte le fontane
Inizia la corsa contro il tempo per scongiurare il razionamento dell’acqua a Roma. Al momento non ci sono incontri né piani di riserva tra Regione Lazio e Acea, che ha tempo fino a venerdì 28 luglio per trovare una soluzione alternativa ai prelievi dal lago di Bracciano ormai a rischio crisi ambientale. Il sindaco Virginia Raggi, secondo quanto si è appreso, oggi ha sentito il presidente della Regione Nicola Zingaretti. Domani ci sarà un incontro in Campidoglio al quale parteciperanno l’assessore regionale competente e rappresentanti di Acea, al fine di trovare una soluzione ed evitare il razionamento dell’acqua per oltre un milione di romani. Dopo un weekend di ipotesi, condito da non poche polemiche, il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, aveva chiesto “ad Acea, che è l’ente gestore, di formalizzare una proposta alternativa”. In più il presidente della Regione mette in rilievo un altro aspetto della vicenda: “Se è vero che veniva prelevato un millimetro al giorno – aggiunge difatti – dire poi che bisogna levare l’acqua per otto ore a gran parte dei romani è una esagerazione. Io non ho mai fatto polemiche, non le farò mai specie su temi così delicati”. A stretto giro di posta era arrivata in una nota la replica dell’azienda: “Acea ha appreso dai media quanto dichiarato poco fa dal presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti che chiede all’azienda di presentare un piano alternativo per fronteggiare l’emergenza idrica. Invero, come ribadito nel comunicato diramato questa mattina, Acea si era detta pronta ad ascoltare e collaborare con gli uffici regionali che, sempre attraverso la stampa, avevano annunciato di stare elaborando un proprio piano alternativo per ovviare alla captazione dell’acqua dal lago di Bracciano, prevedendo di utilizzare altre fonti o aumentando la portata di quelle attuali. Se questo piano alternativo non sarà illustrato all’azienda e l’ordinanza emessa dovesse restare in vigore, Acea non potrà fare altro che procedere con il piano di rigide turnazioni già annunciato, ovviamente provvedendo ad informare nei prossimi giorni gli utenti circa le modalità di applicazione del piano stesso e fornendo consigli utili sugli usi idrici”. Nel frattempo l’unico incontro fissato in agenda è per mercoledì quando ci sarà la riunione, già prevista da tempo, dell’Osservatorio permanente sull’Appennino Centrale, che prevede ora un focus sul lago di Bracciano e l’emergenza idrica. Al tavolo di confronto siederanno i rappresentanti di ministero dell’Ambiente, Infrastrutture, Regione Lazio, Acea Ato 2, Anbi, Assolettrica, Protezione Civile, Autorità di Bacino. Al vertice dovrebbe partecipare anche il ministro dell’Ambiente Galletti. Questa mattina l’azienda di piazzale Ostiense aveva lanciato un appello alla Regione: “Apprendiamo che avrebbe ipotizzato un piano alternativo per ovviare alla captazione da Bracciano – aveva detto il portavoce di Acea – se la Regione volesse illustrare queste soluzioni Acea è pronta a collaborare”. Intanto il Campidoglio diffonde un decalogo di buone pratiche per il risparmio idrico. In una cartolina pubblicata su Facebook dall’assessore all’Ambiente Pinuccia Montanari si leggono dieci consigli a riguardo per i cittadini: controlla i rubinetti; utilizza rubinetti con un dispositivo per il risparmio idrico; fai la doccia anziche’ il bagno (si puo’ risparmiare fino a 120 litri per bagno); non far scorrere l’acqua per lavare i denti o raderti; preferisci lo sciacquone a scarico differenziato (mezzo scarico); per lavatrice e lavastoviglie usa il ciclo economico; innaffia le piante di sera quando il sole e’ calato; scegli sistemi di irrigazione a micro pioggia programmabili; innaffia le piante con acqua gia’ usata per lavare frutta e verdura; segnala subito perdite e guasti al numero verde 800 130 335. E in un primo momento la Regione aveva chiarito a stretto giro, che “la competenza è dell’ente gestore cioè Acea. La Regione è a totale disposizione per trovare soluzioni come la captazione da altre fonti”. Quelle attuali, complice la siccità, non sono sufficienti: dalle sorgenti del Peschiera arricano 9mila litri al secondo, dalle Capore 4mila e dall’Acquedotto Marcio circa 3mila. Ma il fabbisogno della città va ben oltre: solo nella rete idrica sottoterra passano 18mila litri al secondo. In sostanza per garantire l’acqua a tutta la città entro venerdi serve un piano B che al momento non sembra esserci. Poi è arrivata la richiesta di Zingaretti. Intanto anche la Santa sede ha intrapreso misure volte al risparmio dell’acqua: il governatorato dello Stato della Città del Vaticano ha deciso di spegnere tutte le fontane, sia quelle esterne ubicate in piazza San Pietro, sia quelle interne dislocate nei Giardini Vaticani e nel territorio dello stato. La scelta vuole essere in sintonia con gli insegnamenti di Papa Francesco che nell’enciclica laudato sì ricorda come “l’abitudine di sprecare e buttare via” abbia raggiunto “livelli inauditi”, mentre “l’acqua potabile e pulita – afferma – rappresenta una questione di primaria importanza, perchè è indispensabile per la vita umana e per sostenere gli ecosistemi terrestri e acquatici”. Nell’hinterland capitolino però sono già venti i comuni in provincia già interessati dalla turnazione dell’acqua. Il razionamento della risorsa idrica di Acea, come misura per fronteggiare la crisi idrica, è partito a giugno con 15 comuni e ora è salito a venti. Lo stop dell’acqua in questi centri avviene alcune ore a settimana. Tra i paesi interessati dai turni: Rocca Priora, Rocca di Papa, Zagarolo, Montecompatri, Grottaferrata e Lariano.
SALVATORE GIUFFRIDA, la Repubblica