Marco Gobbetti, da oggi, è il nuovo CEO di Burberry. A un anno dal suo annuncio, il manager italiano proveniente da Lvmh inizia ufficialmente il 5 luglio il suo nuovo incarico come amministratore delegato del marchio britannico, dopo un periodo di sei mesi come chairman per Asia e Middle East che gli sono serviti per entrare nelle dinamiche dell’azienda. A consegnargli il testimone è Christopher Bailey che, dopo poco meno di tre anni sulla poltrona di amministratore delegato, assumerà il nuovo incarico di president, mantenendo però la direzione creativa che ha assunto nel 2001. A metà seduta, il titolo era stabile a 1,641 pence per azione.
Primo appuntamento in agenda per Gobbetti dovrebbe essere il 12 luglio, quando saranno diffusi i dati relativi al primo trimestre del gruppo. Il suo arrivo coincide con un periodo particolarmente delicato per Burberry, dopo un esercizio fiscale chiuso con un calo del 21% dell’utile netto e una flessione del 2% delle vendite, eliminando l’impatto della sterlina sui conti. Un risultato che riflette la riorganizzazione che il marchio ha attraversato soprattutto nell’ultimo biennio, tra la decisione di unificare le linee Prorsum, London e Brit in un’unica etichetta prima, e di aderire al modello di business “see now buy now” e al modello di presentazione in sfilata co-ed poi, e la rinuncia a gestire in house il business del beauty affidandolo in licenza a Coty. Il gruppo, inoltre, in un’ottica di ridimensionamento dei costi che dovrebbe portare a un risparmio di 100 milioni di sterline entro il 2019, ha annunciato il trasloco di 300 dipendenti nel nuovo polo operativo di Leeds.
“Lavoreremo fianco a fianco”, aveva dichiarato Bailey a Bloomberg all’annuncio dell’arrivo di Gobbetti. Dal canto suo, il manager è abituato a ridisegnare i marchi del lusso creando una stretta collaborazione con i direttori creativi, prima con Riccardo Tisci per Givenchy e poi con Phoebe Philo per Céline, ultima sua esperienza lavorativa in curriculum dal 2008.
Dopo un regno di sedici anni al timone creativo, a Bailey oggi gli analisti chiedono di fare scelte più coraggiose sul fronte dello stile, soprattutto ora che non sarà più “costretto” a occuparsi anche della parte finanziaria dell’azienda. Un nuovo corso che ha avuto un primo inizio alcune settimane fa, con la prima capsule collection nella storia del brand affidata al designer Gosha Rubchinskiy. Ma da più parti arriva la richiesta di imprimere una vera e propria svolta, sull’esempio di Alessandro Michele da Gucci, che sappia anche dare nuovo impulso sui conti. Ciò che è certo è che per Burberry una svolta è necessaria, sarà Gobbetti a decidere verso quale direzione.