L’ex presidente dell‘Ordine dei giornalisti della Lombardia, Franco Abruzzo, non ci sta ad avere un prelievo sulla pensione che anziché essere imposto con una legge, come dovrebbe essere secondo la Costituzione, è stato deciso con un atto amministrativo. Per questo, forte di una decisione della Cassazione resa nota pochi giorni fa, si è rivolto al ministero del lavoro per chiedere l’annullamento della nota con cui è stata accolta la delibera dell’Inpgi, l’Istituto di previdenza dei giornalisti, sull’adozione di un contributo straordinario sulle pensioni dei propri iscritti.
Il gancio ad Abruzzo, che agisce sia come pensionato Inpgi che come presidente dell’Unpit-Unione nazionale pensionati per l’Italia, è stato dato da un’ordinanza della Corte di cassazione del 23 marzo (N. 7568) che stabilisce che le casse dei ragionieri e dei periti commerciali non possono imporre in via amministrativa prelievi sulle pensioni dei propri iscritti. «Dal momento», spiega Abruzzo «che nel nostro stato di diritto le autorità amministrative si devono uniformare alle decisioni dei tribunali, il ministero deve rivedere la decisione in autotutela e cancellare la nota che ha imposto il prelievo».
Il contributo di solidarietà è stato deciso dall’Inpgi a settembre 2016 per garantire misure a sostegno delle nuove generazioni e approvato dai ministeri vigilanti il 21 febbraio.
Si applica a partire da questo mese e varrà per tre anni su tutte le pensioni con importo pari o superiore ai 38 mila euro lordi annui. Il prelievo va da una percentuale dell’1% poi a crescere in sei scaglioni fino al 20% per gli assegni oltre o 200 mila euro.
«Non è che non voglio pagare», dice Abruzzo, «ma la nostra Costituzione all’articolo 23 dice che le imposizioni patrimoniali si devono porre con la legge. Gli atti amministrativi non possono imporre nuove tasse. Poi vorrei essere trattato alla pari dei pensionati delle gestioni speciali dell’Inps, che hanno un contributo unico dell’1% per cinque anni. Ci passino pure all’Inps viste le prospettive dell’Inpgi».
ItaliaOggi