Tengono i compensi dei manager del Biscione. A Pier Silvio Berlusconi 1,4 mln (-2,3%). Per Sala 2,2 mln (+2,2%). Adreani a quota 2,1 mln (-44%)
Il gruppo Mediaset ha appena chiuso un bilancio 2016 drammatico, con perdite di gruppo pari a 294,5 milioni di euro (utili per 3,8 mln nel 2015), e con un contributo molto negativo delle operazioni in Italia, dove il Biscione accumula un rosso di 380,1 milioni di euro (era di 74,6 milioni nel 2015), attribuibile tutto alle performance di Mediaset Premium, che conclude l’esercizio 2016 con perdite per 384,4 milioni di euro (erano 83,8 milioni nel 2015).
I problemi, in effetti, arrivano esclusivamente dalla pay tv, con un impatto negativo causato dall’impasse con Vivendi che Mediaset stima in 341,3 milioni sui conti 2016.
Del resto i ricavi del Biscione in Italia sono in crescita del 4,8% a quota 2,676 miliardi di euro, con ottime performance della raccolta pubblicitaria (2,087 miliardi, +4,1%), che nel 2016 ha registrato un aumento di 60 milioni di euro.
In Spagna, poi, gli affari vanno a gonfie vele, con ricavi pari a 992 milioni di euro (+2,1%) e un utile di 171 milioni di euro, che sale rispetto ai 166,2 milioni del 2015.
Analizzando la relazione finanziaria 2016 e i conti delle società di gruppo, EI Towers ed Elettronica Industriale (torri e reti di comunicazione), che insieme valgono circa 430 milioni di euro di ricavi, assicurano altri 34 milioni di euro di utili complessivi, e pure le società attive nel cinema sono in salute, con Medusa che chiude il 2016 a 97 milioni di ricavi per 11 milioni di utili (11,6 mln nel 2015) e Taodue a quota 78 milioni (effetto Checco Zalone) per 15,8 mln di utili (400 mila euro nel 2015).
Monradio contribuisce ancora negativamente (11,7 milioni di ricavi per quattro milioni di perdite dopo il rosso da 11 milioni del 2015), mentre il polo Radiomediaset raggiunge quasi 60 milioni di ricavi con 300 mila euro di utile.
In un contesto del genere (nel quale, in sostanza, tutto funziona abbastanza bene tranne Mediaset Premium), anche le remunerazioni del management di punta non subiscono eccessive penalizzazioni rispetto al 2015.
Guida la classifica il presidente Fedele Confalonieri, che incassa 3,59 milioni di euro (+0,2%) sul 2015. A seguire ecco Stefano Sala, amministratore delegato di Publitalia e di Digitalia, e vicepresidente di Mediamond. Il manager della pubblicità sale a 2,27 milioni di euro, +2,2% sul 2015, potendo contare pure su un bonus di 520 mila euro legato alle performance positive di raccolta. Al terzo posto Giuliano Adreani, presidente di Publitalia e Digitalia, a quota 2,11 milioni di euro. Per lui un -44% sul 2015, legato però a incassi eccezionali nell’esercizio precedente e a un alleggerimento progressivo delle sue deleghe operative.
Giù dal podio c’è Pier Silvio Berlusconi, vicepresidente e amministratore delegato di Mediaset, coi suoi 1,41 milioni di euro (-2,3% sul 2015), e sopra il milione di euro annui c’è anche Gina Nieri, che gode di una remunerazione 2016 pari a 1,07 milioni, +13,8% sul 2015. Il direttore degli affari istituzionali, legali di Mediaset, nonché vicepresidente di Rti, può infatti contare su un bonus di 150 mila euro per l’accordo raggiunto sulla protezione e valorizzazione del diritto d’autore Mediaset.
La busta paga di Marco Giordani, cfo di Mediaset, amministratore delegato di Rti e presidente di Premium, Monradio, RadioMediaset e Virgin Radio Italy, si assottiglia invece di quasi l’8% a quota 1,06 milioni.
A dieta del 13% pure Nicolò Querci, direttore centrale delle risorse umane e vice presidente di Rti e Publitalia, coi suoi 966 mila euro di retribuzione. Gongola, infine, Mauro Crippa, direttore generale dell’informazione Mediaset: il suo stipendio cresce del 13,5% a 935 mila euro grazie anche al bonus di 100 mila euro per aver concluso positivamente il processo di digitalizzazione delle hard news e aver trasferito il centro di produzione di Milano 2 al campus di Cologno Monzese.
di Claudio Plazzotta, ItaliaOggi