Un intervistatore mi ha chiesto quali sono, per me, i piccoli piaceri della vita. A questo punto sono crollato, con un diluvio di indicazioni, d’impeto. Gli Abba, Gianna Nannini, Rino Gaetano, i Platters e i Beatles, Faber (Fabrizio De Andrè), Paolo Conte, Messico e nuvole, Io non so parlar d’amore, La Traviata, Carmen, Mozart e Beethoven… Solo musica? Macché: Milly, la mia prima fidanzatina, Tsè tsè l’ultima, la trippa alla romana, i cullurielli calabresi, il brasato piemontese, la focaccia al formaggio di Vittorio a Recco ma anche da Marco nel suo castello, la stracciatella, i capperi, le arance dolci, i fichi maturi, il veuve clicquot rosè, l’amatricianella, i tartufi e il vino di Alba… Solo musica e cibo? Macché: poker, chemin de fer, Hemingway, Casanova, Soldati, Piero Chiara, Sciascia, Saverio Strati, le rose che non colsi, Alda Merini, Simenon, gli amici al bar, il mare al tramonto, la montagna se non piove, Law and Order, il tenente Colombo, i labrador, la mia bassottina Clara… Chissà se la Sparviera mi lascerá il tempo di dare un bacetto a tutti. Perché l’elenco sarebbe ancora lungo, in verità in verità vi dico, molto lungo. Ma se tutto sarà finito, che faccio? Mi coccolo nelle nostalgie adesso?
Cesare Lanza, ItaliaOggi