Per oggi, ma è possibile una proroga, è atteso il pronunciamento dell’Autorità per le comunicazioni in merito all’esposto depositato da Mediaset sul doppio ruolo di Vivendi, azionista in Telecom Italia e secondo socio di Mediaset. Per i francesi potrebbe essere disposto il congelamento dei diritti di voto eccedenti il 10% di Mediaset, con conseguente rafforzamento di Fininvest
Oggi l‘Agcom potrebbe decidere sulla quota di Vivendi in Mediaset . Per questo pomeriggio è infatti atteso il pronunciamento (il termine ultimo era fissato per il 21 aprile) dell’Autorità per le comunicazioni in merito all’esposto depositato a fine 2016 da Mediaset sul doppio ruolo di Vivendi , azionista di riferimento in Telecom Italia (24,7%) e secondo socio del network televisivo con il 29,9% del capitale avente diritto di voto.
Nella riunione di oggi l’Authority potrebbe dare l’ufficiale stop alla scalata di Vivendi in Mediaset ma non è esclusa una proroga della decisione, entro 60 giorni, anche in vista dell’assemblea di Telecom Italia del 4 maggio e del cda del 5 maggio che potrebbero completare il quadro anche sul nodo del “controllo di fatto” di Vivendi in TI.
Il tema è se Vivendi potrà mantenere i diritti di voto su tutta la quota del 29,9% o se, come chiedono i legali di Mediaset , questi dovranno essere congelati sotto il 10% per evitare l’abuso di posizione dominante da parte dei francesi. Il mercato si attende un verdetto favorevole a Mediaset , ma non è chiaro il tempo che verrebbe concesso a Vivendi per ridurre la propria quota e quindi cercare un accordo con Fininvest.
Inoltre, secondo MF, Vivendi potrebbe presentare prima dell’assemblea di Mediaset del 28 giugno un nuovo piano industriale con Mediaset azionista al 10-15% di Telecom Italia e una quota ridotta di Vivendi . Il verdetto dell’Agcom può essere decisivo anche per sbloccare il tavolo delle trattative tra Vivendi e Mediaset per trovare un accordo sul passaggio di controllo di Premium, bruscamente interrotto a luglio 2016.
E’ chiaro quindi che “la decisione dell’Agcom potrebbe avere un peso importante per il futuro assetto dell’azionariato di Mediaset . Nel caso venisse accolta la tesi della società italiana, per Vivendi potrebbe essere disposto il congelamento dei diritti di voto eccedenti il 10% di Mediaset , con conseguente rafforzamento di Fininvest”, spiegano gli analisti di Icbpi.
In questo caso, infatti, “il cda di Mediaset potrebbe convocare un’assemblea straordinaria per l’introduzione del voto multiplo (maggiorazione diritti di voto per gli azionisti detentori delle azioni da almeno due anni, ndr) che finirebbe per indebolire ulteriormente la posizione di Vivendi in Mediaset “, precisano gli analisti di Icbpi.
In attesa di importanti novità, al momento a Piazza Affari il titolo Mediaset , su cui Icbpi mantiene il rating neutral e il target orice a 4,07 euro ed Equita il rating hold e il target price a 4,3 euro, scivola a quota 3,554 euro (-2,15%) e Telecom Italia , su cui Icbpi ha un rating buy e un target price a 1,07 euro come Equita (target price a 1,27 euro), arretra a 0,784 euro (-2,06%).
Separatamente da qualche giorno il tema dello spin off della rete Tim è tornato di attualità. “Difficile dire se si tratti di una minaccia o di un’opportunità per Tim . Ci pare comunque un piano di difficile, se non impossibile, imposizione e che pertanto debba essere perseguito, eventualmente, con modalità market friendly giacché dovrebbe essere approvato dall’assemblea del gruppo”, sostengono in merito gli analisti di Equita.
di Francesca Gerosa, Milano Finanza