«Il declino a oggi non si è fermato: il numero di copie continua a scendere in maniera costante e non ci sono segni di fermata della discesa. Siamo in una situazione migliore del mercato ma c’è poco da essere contenti del mercato. Non ho segni di miglioramento per la pubblicità, vediamo la stabilizzazione, che è l’obiettivo ma non un recupero».
Lo ha dichiarato ieri Francesco Gaetano Caltagirone, presidente della Caltagirone editore, in occasione dell’assemblea che ha approvato il bilancio 2016 (chiuso con ricavi in calo a 52,3 milioni e un risultato netto negativo per 62,4 milioni, vedere ItaliaOggi del 9/3/2017) e ha nominato nel board (ridotto a 9 componenti) come consigliere indipendente Antonio Catricalà, tra l’altro ex presidente dell‘Antitrust.
Il gruppo procede con una ristrutturazione che «ha portato economie» e una riduzione dei costi che ha permesso risparmi per 3,1 milioni solo sul costo del lavoro: «non abbiamo sacche di grasso che possiamo tagliare, ormai possiamo andare solo nella carne viva», ha proseguito Caltagirone. «Perdiamo soldi e perdiamo copie. La carta stampata sta perdendo copie e appeal. Credo che ci dobbiamo adattare e trovare il modo di adattarci. La carta in fondo è solo un supporto tecnico».
In sintesi Caltagirone ha ribadito che «da parte nostra c’è stato un fortissimo sforzo innovativo per razionalizzare e ridurre i costi notevolissimamente. Sui ricavi ci difendiamo per fare meglio del mercato ma il mercato è quello che è».
Agli azionisti ha parlato anche il vicepresidente Azzurra Caltagirone, spiegando che «con la riorganizzazione avviata oggi esistono aziende per scopo e questo ha permesso di focalizzarci sulla contrazione dei costi e su una maggiore efficienza». In particolare sul fronte del costo del lavoro, sempre secondo il vicepresidente, sono stati stanziati 4,5 milioni di oneri di ristrutturazione, da imputare soprattutto agli esodi del personale giornalistico, in programma a partire da febbraio 2017 ma che genereranno effetti già quest’anno.
Italia Oggi