I tassisti di tutta Italia sciopereranno dalle 8 alle 22 contro il governo, accusato di non avere rispettato l’accordo annunciato a fine febbraio
Per domani, giovedì 23 marzo, alcuni alcuni dei principali sindacati dei tassisti hanno indetto uno sciopero nazionale contro il governo, accusato di non avere rispettato l’accordo annunciato a fine febbraio. Lo sciopero, che inizierà alle 8 di mattina e terminerà alle 22, riguarderà i tassisti di tutta Italia e potrebbe comportare notevoli disagi: i tassisti hanno annunciato che saranno comunque garantiti i servizi essenziali, compreso il trasporto di anziani in casi di emergenza e delle persone disabili.
Lo sciopero arriva a circa un mese di distanza dalle numerose proteste non autorizzate organizzate dai tassisti nelle principali città italiane, con interruzioni del servizio e manifestazioni che in alcuni casi sono state violente e scontri con la polizia, ed è stato proclamato da Unica Cgil, Fit Cisl Taxi, Ugl Trasporti Taxi, Ugl Taxi, Federtaxi Cisal, Usb Taxi, Uti e Unimpresa, mentre per ora non hanno dato la loro adesione Uri, Uritaxi, Casartigiani e Confartigianato. Come si legge nel comunicato diffuso dai sindacati, i tassisti sciopereranno “contro una liberalizzazione selvaggia che, miopi politiche d’interesse di poche multinazionali, vorrebbe imporre affamando un’intera categoria e distruggendo la qualità del servizio pubblico non di linea”.
Governo e rappresentanti sindacali avevano trovato un accordo a fine febbraio, dopo giorni di manifestazioni contro un emendamento presentato da Linda Lanzillotta (Partito Democratico) al Senato, da applicare al cosiddetto Milleproroghe, per rinviare alla fine di quest’anno l’emanazione di un decreto per regolamentare il funzionamento dei servizi alternativi ai taxi per il trasporto di persone con autista, come avviene con sistemi come Uber e con le auto a noleggio con conducente (NCC). I regolamenti comunali impongono già limiti e restrizioni per Uber e NCC, proprio per evitare che il loro servizio sia identico a quello classico dei taxi, ma secondo i tassisti le regole non sono sufficienti e devono essere inasprite per evitare che altri servizi facciano il loro lavoro senza il vincolo delle licenze (di solito molto costose perché il loro numero è calmierato, benché in origine siano emesse gratuitamente e poi vendute dai tassisti a fine carriera).
Il governo si è impegnato a emanare entro fine marzo un nuovo decreto, contenente regole più precise su distinzioni tra servizio taxi, Uber e NCC. I progressi raggiunti in tal senso non sono però ancora noti e c’è una certa diffidenza da parte dei sindacati, come dimostra la decisione di indire uno sciopero. Il 12 marzo scorso Uber aveva invitato tassisti, governo e altre parti in causa a lavorare per trovare un accordo e risolvere il problema. Lo aveva fatto ricordando che le attuali leggi che regolamentano il servizio dei taxi sono vecchie di 25 anni e che molte cose sono nel frattempo cambiate, per esempio con l’avvento dei servizi per smartphone per prenotare un’automobile con autista. Il 21 marzo i rappresentanti italiani di Uber sono stati ricevuti dal Ministero dei Trasporti a cui hanno presentato una propria proposta di liberalizzazione del mercato, mentre oggi sono stati convocati i sindacati dei tassisti per trovare un accordo che possa evitare lo sciopero di domani.
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