di Cesare Lanza
Scommettiamo che in molti, moltissimi, ci batteremo per la sopravvivenza della nostra bellissima lingua italiana? Non dico che ce la faremo, che l’italiano non sarà sommerso – alla lunga – dagli inglesismi dilaganti, questo no: non ci scommetterei. Ho scritto tante volte che si tratterebbe di un tentativo impossibile, come fermare il vento con le mani. Quante volte diciamo «ok» anziché semplicemente sì, o va bene, o d’accordo? Rileggendo il mio ultimo articolo in questo giornale, ho scoperto con orrore di aver scritto «last but not least», cioè ultimo ma non il peggiore. Perché? Per inconsapevole soggezione verso una moda coinvolgente. E perché in televisione esiste un programma che si chiama Coffee break? Non sarebbe preferibile chiamarlo Pausa caffè? Insomma, il vento non si ferma con le mani. Ma ci batteremo. La brutta notizia è che i giornali, quasi tutti, stanno cedendo volgarmente all’invasione inglese: a rischio di risultare incomprensibili, per un lettore comune. La bella notizia è che l’italiano è la quarta lingua più parlata al mondo dopo inglese, cinese e spagnolo. Lo immaginavate? Gli italiani sono solo 60 milioni. Ma nel mondo i fattori propulsivi per parlare italiano sono tanti: il turismo, l’arte, la letteratura (amatissimi Dante, Petrarca, Leopardi e non solo), la religione, il popolarissimo melodramma lirico, il cinema, la moda, la cucina e perfino le mafie, con un linguaggio diffuso in mezzo mondo. Siamo quarti! Dietro di noi, francesi e tedeschi, russi, portoghesi, giapponesi… Viva l’italiano!
di Cesare Lanza, La Verità