François-Henri Pinault, il patron del gruppo Kering, il numero due mondiale del lusso (dopo Lvmh di Bernard Arnault), l’anno scorso era stato chiaro con Marco Bizzarri, il neogovernatore di una delle più ricche e prestigiose province italiane, la maison Gucci.
«Cher Marco, i ricavi di Gucci debbono arrivare a 6 miliardi di euro nei prossimi due anni», gli ha sussurrato al momento del suo insediamento dopo l’uscita dei due top manager, Patrizio Di Marco (ora ceo di Dolce&Gabbana) e la sua compagna Frida Giannini, storica direttrice artistica.
E Marco Bizzarri, romagnolo di Rubiera, laurea in economia all’università di Modena, una passione per la moda (è stato in Mandarina Duck, in Stella McCartney e infine a Bottega Veneta, altra partecipazione del gruppo Kering), ci sta arrivando.
Il bilancio 2016 di Gucci, infatti, non solo chiude con un balzo del 12,7% a 4,4 miliardi di euro avvicinandosi quindi all’obiettivo dei 6 miliardi, ma soprattutto registra una crescita dell’Ebitda del 22% che, sommato agli ottimi risultati di Puma, il marchio dell’abbigliamento sportivo quotato in Borsa (che mette a segno uno straordinario +30% del margine lordo) e di Yves Saint Laurent, il marchio del lusso per eccellenza (che conferma, per il sesto anno consecutivo, una crescita del 25,5% del fatturato a 1,2miliardi di euro), regala alla holding di Pinault il primo risultato positivo a 12,4 miliardi di euro di fatturato consolidato con una crescita aggregata dell’8%, livello quasi impensabile tre anni fa quando è cominciata la crisi.
Detto in una parola, la cura Bizzarri ha funzionato e Pinault può ragionevolmente sperare che il target 6 miliardi di fatturato sia a portata di mano. Inevitabile chiedersi il quale sia stato il segreto del patron italiano. Per cominciare Bizzarri, si è scelto come direttore un tipo giovane e brillante come Alessandro Michele. Poi ha cominciato a ridisegnare il modello di business e l’organizzazione del lavoro. Tenendo conto che Pinault, l’anno scorso, gli aveva dato un altro obiettivo (quasi) impossibile: «augmenter la productivité dans le magazins», che, tradotto in cifre, voleva dire raddoppiare il livello delle vendite al metro quadrato per boutique. All’epoca un metro quadrato di una qualsiasi delle 522 boutique Gucci nel mondo generava circa 20 mila euro di fatturato. In futuro, per mantenere il livello di redditività, il piano Pinault prevede un raddoppio secco a 40 mila euro. Bizzarri vi si sta avvicinando, facendo salire del 15% la redditività dei nuovi negozi e di quelli ristrutturati secondo il nuovo concept commerciale della griffe.
di Giuseppe Corsentino, Italia Oggi