Non c’è pace per Samsung. Lo stabilimento cinese della società affiliata Samsung SD ha preso fuoco improvvisamente a causa di alcuni prodotti scartati, tra cui le batterie difettose che hanno portato al ritiro globale degli smartphone coreani
Hanno spiegato le cause, si sono presi le loro responsabilità e hanno fermato la produzione di quello che doveva essere il prodotto di punta del 2017. Il mea culpa di Samsung riguardo al caso del Note 7 è la conclusione di una saga durata sei mesi. Dal 2 settembre, quando sono arrivate le prime denunce di alcuni utenti che hanno visto i proprio smartphone nuovi di zecca prendere fuoco. Fino al 22 gennaio, quando i coreani hanno raccontato nel dettaglio cosa fosse successo. Ma non è finita. C’è un piccolo epilogo alla storia. La fabbrica cinese dove venivano prodotte le batterie «esplosive», ha preso fuoco. La causa dell’incendio? Alcuni prodotti scartati, tra cui proprio il componente difettoso responsabile già del più grande fallimento nella storia di Samsung.
Samsung SD, che produceva le batterie «esplosive»
La Samsung SD, affiliata della casa coreana, si trova in Cina. E, secondo il South China Morning Post, in una delle sue fabbriche è scoppiato un piccolo incendio. Nessuna vittima. Le fiamme sono state spente nel giro di poche ore, ha fatto sapere il portavoce Shin Yong-doo. Da qui provenivano le batterie che erano state montate sui Note 7 originali, i primi cioè a risultare pericolosi perché potenzialmente esplosivi. Le stesse batterie che hanno provocato l’incendio anche dello stabilimento cinese. Nato infatti in un deposito, dove venivano conservate. Dopo le prime denunce, Samsung si era poi rivolta a un’altra società, la Amperex Technology Ltd. Ma anche in questo caso, il componente era difettoso. La catena di montaggio alla Samsung SD è comunque subito ripartita, ora al lavoro per la produzione di nuove batterie al litio, per la cui sicurezza ha investito 129 milioni di dollari. Sono quelle che verranno montate sul prossimo smartphone coreano, l’atteso Galaxy S8. Su cui — ha già spiegato la società coreana — verranno condotti attenti test per far sì che non ci siano difetti nascosti che provochino inattese «esplosioni».
di Michela Rovelli, il Corriere della Sera