Alitalia: sindacati, stop trattative ccnl; governo ci convochi
“Abbiamo deciso di interrompere il confronto con Alitalia sulle proposte che ci ha avanzato in merito al rinnovo del contratto nazionale”. Lo scrivono unitariamente Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporto Aereo in una lettera inviata ai Ministri Delrio, Calenda e Poletti e per conoscenza ad Alitalia, chiedendo “una convocazione, indispensabile ed urgente, da parte del governo, pur assolutamente consapevoli del ruolo che puo’ assolvere, per illustrare la nostra posizione di allarme e per valutare ogni iniziativa”.
“Nel mese intercorso dall’incontro avuto il 16 gennaio presso il Mise alla presenza dei Ministri del Mise e del Mit – scrivono nella lettera le quattro organizzazioni sindacali di categoria – abbiamo atteso che il preannunciato piano industriale di Alitalia venisse presentato e potesse permettere a tutti gli attori coinvolti, tra cui le organizzazioni sindacali, di conoscere nel merito la volonta’ ed il progetto degli azionisti utili ad affrontare la crisi della compagnia. Nulla ad oggi, anche dopo l’incontro avuto con l’Amministratore Delegato il 3 febbraio, e’ avvenuto sul piano, fatto salvo il susseguirsi di ipotesi, senza che se ne abbia alcuna informazione veritiera”. “Con iniziativa unilaterale Assaereo, associazione datoriale a cui aderisce Alitalia – ricordano nella lettera Filt, Fit, Uiltrasporti e Ugl Ta – ha dato disdetta il 15 dicembre 2016 al contratto nazionale, che pur aveva naturale scadenza il 31 dicembre 2016 ed aveva gia’ visto la presentazione della piattaforma. Nel frattempo Alitalia ha richiesto di incontrare le organizzazioni sindacali sul tema dei contenuti del contratto. Negli incontri tenuti in questi giorni, che non possono configurarsi come una trattativa, Alitalia ha indicato nella fine di febbraio la data ultima di applicazione dell’attuale contratto nazionale, prefigurando una sua ipotesi di applicazione unilaterale che riteniamo palesemente al di fuori di quanto la legge e gli accordi interconfederali prevedono”.
“I contenuti di modifica – spiegano nella lettera le quattro sigle sindacali dei Trasporti – sono stati giudicati inaccettabili nel metodo, perche’ totalmente slegati dal piano industriale, e nel merito, in quanto assolutamente ingiustificati, spostando oltretutto su salari e diritti la leva con cui affrontare la crisi”.
“Siamo assolutamente consapevoli – sostengono Filt, Fit, Uiltrasporti e Ugl Ta – delle difficolta’ finanziarie e di mercato di Alitalia, ma l’inerzia con cui ci si muove fa seguito solo ai precedenti piani fallimentari realizzati ed alla sottovalutazione che in questi anni si e’ verificata. Non e’ possibile attendere mesi prima di decidere di affrontare la crisi in atto, ritardare la presentazione del piano ed avere come unico oggetto di discussione i tagli proposti a salari e contratto”.
“Se questa inerzia si dovesse protrarre – avvertono infine le organizzazioni sindacali – e’ evidente che i rischi di soluzioni ancora piu’ drammatiche si rivelerebbero la sola strategia cui qualcuno sta lavorando. A questo si aggiunge l’effetto che si generera’ sull’insieme del trasporto aereo nazionale con ricadute occupazionali ingenti sul sistema aeroportuale ed in primis sulle attivita’ di Handling e Catering“.
Alitalia: Uilt, fuga piloti conferma nostre ragioni
“La fuga in massa dei piloti da Alitalia verso altre compagnie conferma quanto stiamo dicendo da tempo” cosi’ in una nota il Segretario generale Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi. “In Alitalia le retribuzioni sono in linea col mercato e per quanto riguarda i piloti e i comandanti anche al di sotto di quanto si guadagna in altre compagnie comprese le low cost. Il problema di Alitalia non sono i salari, motivo per il quale noi non saremo mai d’accordo a tagliarli – spiega Tarlazzi – Il costo del lavoro e’ infatti il 16,5% dei costi totali e il 19% dei ricavi. Il problema vero, dunque, sono i ricavi, che tendenzialmente decrescono anziche’ aumentare. Allora, il problema non e’ il lavoro, ma chi dovrebbe procurare il lavoro alla compagnia, cioe’ il management”.
“Da un’analisi comparata del bilancio di Alitalia con quello di Lufthansa risulta con evidenza che i lavoratori di Alitalia sono maggiormente produttivi di quelli tedeschi. E’ da questo dato che bisogna partire – prosegue la nota – Oltre alla preoccupazione per un progetto di sviluppo industriale di questa azienda che tarda a venire, si sta aggiungendo anche quella del depauperamento del know how, senza il quale ogni progetto di sviluppo e’ irrealizzabile”.
“Questo vale per tutto il personale di Alitalia e in particolar modo per coloro che devono trasportare i passeggeri garantendo le migliori condizioni di sicurezza. I processi di rinnovamento devono essere attentamente valutati sotto il profilo del rischio che professioni come quella dei piloti richiedono. Pertanto, l’attuale accanimento, che puo’ spingere questi professionisti fuori dall’azienda per sostituirli con nuove leve per abbassare il costo del lavoro, deve essere fermato”, conclude.