di Cesare Lanza
Scommettiamo che Matteo Renzi continuerà a farsi del male da solo, oppure qualche anima buona riuscirà a indurlo a mettersi da parte? Punterei sulla prima che ho detto. E non solo perché, in politica, non ci sono anime buone. Però, però… Al di fuori della politica, un’anima buona vicina a Renzi, c’è: la moglie Agnese. Anche se non la conosco, le qualità mi sembrano evidenti: è una tipa tosta, quasi un simbolo della tradizionale donna italiana, quella che regge la famiglia, determinata, corretta, paziente, madre esemplare. Tosta, sì! Esemplare il rigore muto con cui ha incassato e sopportato le infinite malizie su Maria Elena Boschi, vicina esageratamente al premier e sua ministra prediletta. Mi sembra, solo lei, in grado di dire al marito: Matteo, stai (se non sereno) tranquillo, torna a Firenze e in famiglia, il silenzio ti gioverà. Non so se glielo dirà e non so se basterebbe. Perché domenica notte, sia pure con irriducibile diffidenza, ascoltando il discorsetto di dimissioni di Renzi mi ero detto: è dignitoso, corretto, autocritico. Macché: solo parole! Entro poche poche ore si è capito che il passo indietro era finto, condito dall’ennesimo fuoco di artificio di bugie. Purtroppo il premier non ha ancora capito la profondità della bocciatura. Basterebbe che riflettesse, oltre che sui tanti errori, su due aspetti devastanti (per lui): il rifiuto totale dei giovani, l’ostilità alluvionale del Sud. Perciò penso che, forse, solo la signora Agnese potrebbe riuscire a riportarlo con i piedi per terra. Ma sono indeciso, l’ambizione di Matteo è incontrollabile. E perciò decidete voi quale sia la scommessa opportuna
di Cesare Lanza, La Verità