di Cesare Lanza
Scommettiamo che la paura di catastrofi, che Renzi e i suoi amici annunciano in caso di sconfitta del Sì, non inciderà sul voto del referendum? Al contrario! Temiamo, se mai, ciò che il premier vorrebbe e potrebbe infliggerci, se vincesse. Saul Bellow ha scritto che la paura è il sentimento più abbondante tra quelli provati dagli umani. E non dobbiamo vergognarcene. Anzi è utile: ci aiuta a prevedere i pericoli e a starne lontani. È preziosa, la paura, se è accompagnata dall’intelligenza. Perciò sappiamo che non ci sarà nessuna catastrofe, se il premier perderà: le cose potrebbero solo migliorare. Invece, è ragionevole il timore dello strapotere del premier, se dovesse vincere. Secondo Niccolò Machiavelli, per chi governa è meglio essere temuti che amati. Per fortuna, Renzi non è il Principe. Giampaolo Pansa, uno che di politica e di potere s’intende bene, per averne viste e raccontate tante mostruosità nella sua lunga carriera, ha scritto che è semplicemente il Bullo: niente di più e niente di meno che un bullo, ma pericoloso. La definizione ha avuto un giusto successo. Perciò penso che al referendum il No prevarrà, nettamente. Sono pericolose le smodate ambizioni di Renzi: le sue incredibili riforme gli darebbero la possibilità di decidere da solo, tutto e come voglia. Senza il fastidio di opposizioni. Renzi ha avuto, senza essere eletto, un’occasione tanto grande quanto immeritata. E ha fallito. Ci ha fatto perdere 3 anni. E ora vorrebbe sostituire alla qualità, che non ha avuto, le opportunità avventurose di riforme stravaganti e afflittive? La risposta è No.
Cesare Lanza, La Verità