L’OBIETTIVO È FAVORIRE L’ACCESSO AL CREDITO DA PARTE DELLE AZIENDE, COMPRESE LE DITTE INDIVIDUALI, MOLTE DELLE QUALI SONO IN SALUTE, MA SI TROVANO A FARE I CONTI CON UN CONTESTO DI MERCATO DIFFICILE
L’obiettivo è favorire – grazie a un accordo con il Cerved – l’accesso al credito da parte delle imprese più piccole, comprese le ditte individuali, molte delle quali sono in salute dal punto di vista finanziario, ma si trovano a fare i conti con un contesto di mercato difficile. Perché se da una parte l’Abi segnala che a settembre è finalmente finito il credit crunch (-0,01% lo stock di finanziamenti tra imprese e famiglie contro il -0,2% di agosto e il -0,6% di luglio), è pur vero che ci vorrà molto tempo per tornare ai livelli pre-crisi. Non solo perché le banche sono zavorrate da una mole di sofferenze, ma anche per via delle nuove regole comunitarie che pongono paletti sempre più stringenti in termini di assorbimento del capitale per chi presta denaro all’indirizzo di operatori di piccole dimensioni, che in molti casi possono fornire garanzie limitate. «Come commercialisti che si confrontano ogni giorno con professionisti, microaziende e partite iva individuali ci rendiamo conto che c’è una larga fetta di mercato che rischia di restare esclusa a lungo dai canali del credito», osserva Domenico Posca, presidente dell’Unione italiana commercialisti. Un problema che nasce dal fatto che queste realtà vengono considerate a maggior rischio rispetto a quelle più strutturate, in primo luogo per la carenza di informazioni che le riguardano, nonché per la difficoltà di evidenziare flussi di cassa importanti. «Gli interlocutori finanziari fanno ricorso agli andamentali e ai dati creditizi storici per valutare le richieste di finanziamento», ricorda Posca. Da qui la nascita di un progetto comune con il Cerved che consentirà di dotare anche queste piccole realtà economiche di un score economico finanziario, in modo da renderle più visibili agli occhi degli operatori finanziari. «Non si tratta di una pagella approfondita come quella delle società quotate o degli Stati, ma di un’analisi dei principali indicatori economici di queste società », spiega il direttore marketing, product e business development di Cerved, Valerio Momoni. «Pensiamo ad esempio alle ditte individuali, che non sono tenute a depositare i bilanci presso la Camera di Commercio e per questo spesso sono escluse dalle domande di finanziamento ». Un servizio, atteso in partenza nelle prossime settimane con un costo di qualche centinaio di euro (da definire nello specifico, in base alle singole esigenze). «Una somma sostenibile a fronte delle prospettive che si aprono», commenta Posca, «necessaria per remunerare il lavoro vivo di assistenza all’imprenditore». Il presidente di Unico è consapevole che la sfida non si gioca tanto sulla capacità di convincere gli interessati sull’opportunità dell’investimento, quanto sul piano culturale «perché significa imparare ad adottare strumenti di comunicazione con il mercato che ancora sono estranei a una parte importante della piccola imprenditoria italiana». La terza parte del lavoro è legato all’implementazione tecnologica della soluzione, curata dal network di consulenti Dotconsul, anche attraverso il ricorso a soluzioni di Big data che consentono di profilare al meglio le esigenze dei singoli clienti. Quanto alle prospettive di mercato, si guarda non solo alle banche tradizionali, ma anche alle opportunità offerte dai servizi di credito alternativo che si stanno diffondendo sul mercato, in particolare ai siti di social lending ,che mettono in contatto chi cerca e chi offre denaro senza intermediazione bancaria. In questi casi la capacità di dimostrarsi operatori affidabili dal punto di vista finanziario è una garanzia per accedere più facilmente ai finanziamenti a tassi più bassi. La società di business information ha messo a punto la piattaforma Cerved Credibility che consente alle Pmi di visualizzare il proprio profilo di rischio. «Per mestiere forniamo alle banche una rappresentazione delle aziende con le quali vengono in contatto. Con questa piattaforma saranno gli stessi imprenditori a fornire indicazioni per rendere più trasparente la comunicazione sulle realtà che guidano. Potranno inserire anche le fatture ai fornitori, per evidenziare la propria affidabilità», conclude. Il Cerved darà, sulla base degli elementi raccolti su ciascuna impresa, anche individuale, un rating che potrà far abbassare il costo del finanziamento richiesto. E ci sono spazi anche per attigere al credito non bancario.
Luigi Dell’Olio, La Repubblica