Il broker ha pubblicato un report su Poste Italiane (target price tagliato a 7,9 euro) in cui analizza gli aspetti finanziari e strategici di un’eventuale offerta su Pioneer. Amundi è sulla carta in una posizione migliore per estrarre valore dalla controllata di Unicredit
Venerdì Icbpi ha pubblicato un report su Poste Italiane in cui analizza gli aspetti finanziari e strategici di un’eventuale offerta su Pioneer, società di risparmio gestito messa in vendita dal gruppo Unicredit . Un’operazione che dovrebbe chiudersi entro novembre. Per gli esperti di Icbpi, anche sulla base delle sinergie sui costi e degli investimenti crescenti richiesti nel settore del risparmio gestito, Amundi, in contrapposizione alla cordata capeggiata da Poste Italiane e formata da Cdp e Anima , “è sulla carta in una posizione migliore per estrarre valore da Pioneer“.
Dal punto di vista di Poste Italiane , l’accordo ha una logica strategica ovvia, ma anche degli inconvenienti, soprattutto in relazione alle dimensioni della transazione, che potrebbe aggiungere ulteriore complessità al modello di business e limitare le risorse finanziarie da impiegare in business ad alta crescita come l’e-commerce, la consegna dei pacchi e i servizi a pagamento.
Gli analisti di Icbpi hanno aggiornato la valutazione della somma delle parti di Poste Italiane , con particolare riferimento al business assicurativo e il target price sul titolo passa da 8,3 a 7,9 euro. Il rating resta buy in attesa di novità sulla vendita di Pioneer. Peraltro, stando a indiscrezioni di stampa, Amundi avrebbe ingaggiato, oltre a Goldman Sachs, anche Mediobanca come advisor.
L’ingaggio di un advisor italiano per supportare il gruppo francese del Credit Agricole nell’operazione d’acquisto di Pioneer è un chiaro segnale del suo forte interesse per l’operazione. Le offerte dei pretendenti vicine a 4 miliardi di euro fanno presagire una maxi-plusvalenza per Unicredit che potrebbe avvicinarsi a 2,9 miliardi di euro. Per Unicredit sarebbe un vero affare: secondo le stime di alcuni analisti la vendita di Pioneer potrebbe migliorare il Cet1 ratio dell’istituto di almeno 80/90 punti base e un obiettivo di Cet1 ratio al 14% potrebbe essere ragionevole se fissato entro tre anni.
Considerando la cessione di Pioneer (3,2-4 miliardi di euro), di Bank Pekao (2,4/2,5 miliardi di euro) e le perdite derivanti dalla cessione di 20 miliardi di euro di sofferenze (2 miliardi), Unicredit dovrebbe raggiungere un Cet1 ratio intorno al 12%. Per raggiungere il 13% basterebbe un aumento di capitale da 4 miliardi di euro, mentre un Cet1 ratio del 14% potrebbe essere raggiunto grazie alla generazione di capitale dei prossimi tre anni (30 punti base all’anno).
A Piazza Affari al momento il titolo Unicredit sale dello 0,98% a 2,272 euro, mentre Poste Italiane segna un +0,49% a 6,095 euro. Ieri è stato sottoscritto l’aumento del capitale sociale della Cassa depositi e prestiti riservato al Ministero dell’economia e delle finanze, per un ammontare, comprensivo di sovrapprezzo, di 2.930.257.785 euro. L’aumento di capitale è stato liberato mediante il conferimento in Cdp da parte del Mef di una partecipazione del 35% del capitale sociale di Poste Italiane . Di conseguenza, il Mef ha aumentato la sua partecipazione in Cdp dal 80,1% al 82,8% e diminuito la sua partecipazione in Poste Italiane dal 64,7% al 27,7%. “L’operazione era ampiamente attesa dal mercato. Manteniamo un atteggiamento positivo sul titolo Poste Italiane : add con un target price a 8,1 euro”, commentano gli analisti di Banca Imi.
Francesca Gerosa, Milano Finanza