Il viceministro all’Economia e leader dei centristi interviene nella polemica sull’abolizione dell’agente della riscossione. E sulla rottamazione delle cartelle esattoriali dice: “Renzi ha mostrato coraggio. L’imposta si paga fino all’ultimo euro, senza sconti. Ma azzeriamo sanzioni e interessi di mora”
Tutto, ma non un condono. Il viceministro all’Economia, Enrico Zanetti, difende il decreto approvato dal Cdm nel fine settimana, insieme alla legge di Bilancio, che sancisce il tramonto di Equitalia: l’agente della riscossione verrà riaccorpato all’Agenzia delle Entrate e per le cartelle dei cittadini debitori si prospetta una sanatoria da 4 miliardi di attesi incassi.
Onorevole Zanetti, soddisfatto? E da mesi che insiste sulla rottamazione…
“Devo dare atto al presidente Renzi di aver dimostrato coraggio e pragmatismo – risponde il viceministro dell’Economia – Qualità che lo hanno portato ad andare oltre alcune riserve ideologiche presenti nel suo partito. Così come bisogna riconoscere che senza la nuova e più forte piattaforma parlamentare del centro moderato di governo la rottamazione non si sarebbe fatta”.
Vi accusano di fare un condono.
“Tutto si può dire ma non che sia un condono. Noi restiamo fermi al principio in base al quale l’imposta si paga fino all’ultimo euro, senza alcuno sconto o forfetizzazione. E già questo è un elemento discriminate rispetto a provvedimenti del passato”.
Era un provvedimento veramente necessario?
“E’ chiaro che facciamo una scelta decisa e forte che porta all’azzeramento delle sanzioni e degli interessi di mora. Cioè quegli elementi della cartella che portano spesso il debito originario a moltiplicarsi di 2 o tre volte. Lo facciamo perché siamo reduci dalla più grande crisi dell’ultimo secolo e sono stati fatti ben tre provvedimenti legislativi negli ultimi due anni con cui si sono riaperti i termini per chi, nonostante le rateizzazioni, non era riuscito a pagare. Dunque è necessario consentire a tante famiglie e piccole imprese di uscire da una spirale sanzionatoria e afflittiva che sta affondando non solo loro ma anche l’economia del paese. Perché è chiaro che quando hai così tante realtà che non riescono ad onorare i propri debiti col fisco ci rimettono anche le altre imprese e famiglie creditrici”.
Nel decreto c’è anche la chiusura di Equitalia: si teme che possa rallentare la lotta all’evasione.
“Assolutamente no. La chiusura di Equitalia da sola è un solo un fatto formale e organizzativo: migliorerà i rapporti con i contribuenti perché accompagnata da nuove regole di riscossione per il futuro e da questa importante rottamazione per il pregresso”.
Non è che si sta pensando anche ad un condono tombale o edilizio?
“Noi da provvedimenti di natura prettamente condonatoria ci stiamo tenendo alla larga, vogliamo ridurre i profili afflittivi ma, come per la voluntary, chiediamo il 100 per cento dell’imposta dovuta. Ed è chiaro che questo approccio con i condoni veri e propri male si sposa, edilizia compresa”.
Roberto Petrini, La Repubblica