Soundreef ci vuole fare i soldi
Nell’articolo «Musica, caos sui diritti d’autore – D’Atri (Soundreef): servono regole comuni con Siae» – pubblicato su ItaliaOggi del 4 ottobre scorso abbiamo letto la dichiarazione di Davide d’Atri: «Soundreef sta lavorando per cercare di far capire alla Siae che c’è bisogno di nuove regole comuni per non penalizzare l’utilizzatore», Vogliamo sottolineare che proprio Siae è lo strumento di «one stop shop» che serve agli utilizzatori e agli aventi diritto per una efficace gestione delle licenze.
Risulta superflua quindi anche la dichiarazione «noi di Soundreef siamo disponibili a valutare di lasciare in Siae la raccolta dei compensi e delle informazioni in tempi rapidi». E risulta superfluo discutere di «velocità» dei pagamenti, rispetto ai quali Siae è perfettamente aderente alla normativa europea. La riflessione di D’Atri conferma la circostanza, peraltro ovvia, che Siae è l’unico soggetto in grado di effettuare la raccolta del diritto d’autore e che, in fondo, l’unico interesse di Soundreef è quello di aggiungersi alla catena, introducendo un proprio lucro. Soundreef, del resto, è una società con scopo di lucro detenuta non da autori ed editori ma da soci terzi, mentre Siae è detenuta solo da autori ed editori ed è priva di scopo di lucro.
Italia Oggi