Il produttore di Spiderman pronto all’accordo per cofinanziamenti e piani marketing in comune. Il gruppo cinese alza il tiro e punta ai big di Hollywood
Anche l’Uomo ragno parlerà un po’ di cinese come Batman. Il colosso cinese Wanda sta infatti per stringere un’alleanza con Sony pictures entertainment per progetti di cofinanziamento di lungometraggi e piani di marketing in comune. La partnership tra il colosso orientale con interessi che vanno dall’intrattenimento all’immobiliare e la società americana che fa capo al gruppo giapponese Sony, e ha Spiderman e Men in black tra i titoli prodotti, ha però un vincolo: gli investimenti cinesi non potranno superare il 10% del budget complessivo di un film.
Con l’operazione che sarà annunciata in questi giorni, il gruppo guidato dal presidente Wang Jianlin (che ha ricoperto anche incarichi politici a Pechino ed è salito agli onori della cronaca come collezionista d’arte) compie un salto di livello: sta puntando a uno dei più importanti studios hollywoodiani, dopo aver acquistato Legendary per 3,5 miliardi di dollari (pari a 3,1 miliardi di euro), che ha in portafoglio tra gli altri Batman e Jurassic World.
Tra i più grandi produttori a stelle e strisce ci sono anche Time Warner, Walt Disney, Nbc Universal del gruppo Comcast (che possiede ora anche Dreamworks) e ancora 20th Century Fox di News Corporation di Rupert Murdoch. A dir il vero Wang aveva avviato trattative anche con Viacom per Paramount pictures, anche se recenti indiscrezioni di stampa hanno riportato l’intenzione degli americani di non voler più cedere quote.
Nemmeno di minoranza.
Aspettando il nuovo episodio di Spiderman per la prossima estate, Wang ha definito Sony «una tappa obbligata», facendo ben intendere che la sua lunga marcia per acquisire studios Usa e portarne le conoscenze in Cina va avanti serrata. Tanto più che l’imprenditore, tra gli uomini più ricchi in Cina, ha intenzione di chiudere il cerchio commerciale arrivando a possedere, entro il 2020, il 20% del mercato delle sale cinematografiche. Tra le ultime acquisizioni, seppur ancora da finalizzare, ha preso il controllo dei grandi schermi britannici di Odeon & Uci Cinemas group (mettendo sul tavolo 1,2 miliardi di dollari, ossia 1 miliardo circa di euro) e sta trattando per quelli americani di Carmike Cinemas. Portati a casa questi due distributori, Wanda controllerà già il 15% del settore.
A fronte della progressiva avanzata cinese sul cinema statunitense ma non solo, qual è il vantaggio (se c’è) per gli studios? Al momento, la risposta dei produttori sembra univoca: un accesso privilegiato all’immenso mercato orientale. A spingere verso questo Eldorado delle pellicole sono le stime che prevedono il mercato cinese presto al sorpasso di quello Usa. Così, per esempio, è comprensibile che la capogruppo giapponese Sony cerchi per le sue produzioni cinematografiche nuovi partner, meglio se provenienti da paesi densamente popolati come la Cina, visto che il premier giapponese Shinzo Abe (ideatore della strategia macroeconomica di rilancio Abenomics) ha dichiarato che la popolazione del Sol Levante sta progressivamente invecchiando e conterà nel 2060 100 milioni di abitanti contro gli attuali 127 milioni. Dato che, tradotto, significa sempre meno spettatori. In parallelo, Dreamworks sta affrontando ulteriori tagli, pari al 10% del suo organico, ma scommette tutto sul nuovo Shrek e, guarda caso, sulla sua espansione a Oriente.
Italia Oggi