Il mercato dell’automobile diventa sempre meno meccanico e sempre più vicino a logiche da Silicon Valley (vedi Apple che intende comprarsi la McLaren). E il comparto della componentistica auto, uno dei più floridi per l’economia italiana, con 2.500 imprese, 165 mila addetti e un fatturato di 40 mliardi di euro all’anno, potrebbe subire pesanti conseguenze. Si affermano, infatti, le auto elettriche e i primi prototipi di auto senza pilota.
Ford ha stimato che nel 2020 il 20% della sua produzione sarà di modelli auto elettriche. E la sperimentazione di auto senza pilota non è più affidata ad aziende un po’ visionarie come Tesla o Google, ma è confermata da colossi mass market come Audi o Mercedes. Cambiano, quindi, i pezzi con i quali costruire le auto. E non è detto che le aziende migliori nella meccanica da motori a scoppio siano anche destinate a diventare i fornitori più affidabili e ricercati dall’industria dell’auto per i nuovi modelli più robotizzati.
Un vero pericolo per l’economia italiana, che deve rapidamente adeguarsi ai cambiamenti. Peraltro l’allarme lo lancia a Milano, nel corso di un convegno sulla robotica, uno dei personaggi più autorevoli nel campo: Simone Fubini, che ha partecipato in Olivetti al gruppo di progetto del primo calcolatore elettronico italiano, l’Elea 9003. E che, dopo una lunga esperienza con General Electric e Honeywell nel settore informatico, è stato amministratore delegato di Telettra, direttore centrale di Fiat e direttore generale di Olivetti. Creando poi, come imprenditore, Projecta per operare in settori innovativi. È, infine, tra i fondatori di Ubiquity, leader nel messaging su rete mobile.
Italia Oggi