Lo afferma la rivista Recode. Nelle settimane scorse il motore di ricerca aveva rivelato che erano in corso indagini su una fuga di dati. A rischio ora la cessione delle attività chiave della società internet
Marissa Mayer, il sesto amministratore delegato di Yahoo in due decenni, strappato quattro anni fa a Google per rilanciare il gruppo senza riuscirci, ora deve fare i conti con gli hacker. Gli account di centinaia di milioni di utenti potrebbero essere stati violati, cosa che rischia di avere implicazioni non da poco sulla cessione degli asset core di Yahoo a Verizon. Il colosso delle tlc lo scorso luglio ha messo sul piatto 4,8 miliardi di dollari per attività di Yahoo che comprendono – tra gli altri – il servizio email, la piattaforma per immagini Flickr e il blog Tumblr. Secondo il sito Recode, il gruppo di Sunnyvale, California, questa settimana dovrebbe confermare l’intrusione di pirati informatici.
La loro azione potrebbe essere – a detta di una fonte sentita da recode – “tanto brutta, o peggiore” di quella su cui Yahoo a inizio agosto stava indagando. Allora un hacker che si faceva chiamare “Peace” aveva messo in vendita sul Dark Web circa 200 milioni di account Yahoo. Quello stesso pirata informatico pare avesse fatto altrettanto in precedenza con dati rubati da Myspace e Linkedin. Era stato lui stesso ad avere riferito al sito Motherboard che le informazioni relative agli utenti Yahoo risalivano probabilmente al 2012 e che includevano username, password, data di nascita e indirizzo email alternativo.
All’epoca Yahoo disse di essere a “conoscenza di quanto riportato. Siamo impegnati a proteggere la sicurezza delle informazioni dei nostri utenti e prendiamo seriamente quanto riferito”. Il gruppo – che nacque in una stanza della Stanford University nel 1994 per diventare negli anni un colosso internet poi tramontato – non invitò gli utenti a modificare la password. Questa volta potrebbe essere costretto a farlo anche se – secondo la fonte di recorde – è un po’ tardi.
Intanto Yahoo si appresta a cambiare definitivamente pelle. I rappresentanti dell’azienda e di Verizon, scrive ancora Recode, hanno iniziato a vedersi regolarmente per procedere con l’acquisizione. La transazione necessita del via libera delle autorità e degli azionisti di Yahoo. Presupponendo che gli ok arrivino, la nuova Yahoo – che cambierà nome – controllerà semplicemente la sua partecipazione nel colosso cinese dell’ecommerce Alibaba e quella in Yahoo Japan, posseduta insieme alla giapponese Softbank. La prima, pari al 15%, valeva circa 32 miliardi al momento dell’annuncio della transazione mentre la seconda, pari al 35,5%, valeva circa 9 miliardi. In Yahoo restano anche investimenti minori, la liquidità e i brevetti non core chiamati Excalibur che il gruppo sta cercando di vendere per oltre un miliardo di dollari. Quei brevetti risalgono al 1996, anno dell’ipo di Yahoo, e spaziano del commercio elettronico alla ricerca su web fino alla pubblicità online.
Repubblica