Il tratto della A4, insieme alla A31 Valdastico, passano di mano per 594 milioni di euro: a vendere sono Intesa Sanpaolo, Astaldi e la famiglia Tabacchi
L’autostrada Serenissima passa ufficialmente agli spagnoli di Abertis, per poco meno di 600 milioni di euro. A vendere il 51% sono i soci italiani Astaldi, Intesa Sanpaolo e la famiglia Tabacchi.
L’ufficializzazione del contratto annunciato prima dell’estate è arrivata per mezzo di una comunicazione dalle parti in causa. Per gli spagnoli, come sottolinea la nota pubblicata sul loro sito, si tratta della “conferma dell’ingresso in Italia”, accarezzata più volte in passato. Fu soprattutto – governante Prodi – il tema della fusione tra Abertis e Autostrade a scaldare gli animi un decennio fa (allora a mettersi di traverso fu il ministro delle infrastrutture, Antonio Di Pietro), per poi arrivare a parlare della Sias Torino-Milano: allora, l’offerta miliardaria non andò a segno.
Si tratta – è vero – del primo shopping autostradale italiano, ma Abertis ha già conquistato le torri di Wind mettendo sul piatto 693 milioni di euro con l’obiettivo di creare il primo polo indipendente europeo nella trasmissione dei segnali tlc.
Oggi arriva a maturazione il dossier della Serenissima. Sul piatto c’è la concessione dell’autostrada A4 fra Brescia e Padova, cui si somma la A31 Valdastico. L’operazione prevede che 5 milioni siano già stati pagati e 589 sono da versare nel marzo 2023. Per anticipare l’incasso, Astaldi ha ceduto pro-soluto i suoi crediti, riuscendo a metter già le mani su 110 milioni dei circa 130 che le spettano.
Le strade in questione corrono per 235 chilometri: si tratta di 146 km a tre corsie della ex Serenissima fra Brescia e Padova, su cui viaggiano circa 91mila veicoli al giorno, e 89 km di Valdastico, fra Piovene Rocchette e Badia Polesine. La concessione scade il 2026 e lo scorso 10 agosto il Cipe ha dato il bollino verde al piano che porterà A4 Holding a creare un corridoio che connetta le valli dell’Astico, della Valsugana e dell’Adige. Il progetto partirà in Veneto già nei prossimi mesi, mentre sul lato trentino, complice l’autonomia della provincia, servirà più tempo.
La Repubblica