L’inchiesta è stata avviata in seguito alla copia dell’esposto presentato in Consob il 20 luglio: l’indagine resta a carico di ignoti. La settimana scorsa i soci storici di via Solferinio hanno presentato istanza al tribunale amministrativo contro la decisione dell’authority di non sospendere l’Opas di Cairo
Nessuna sospensione del comunicato con il quale la Consob, il 22 luglio scorso, non ha ritenuto sussistenti i presupposti per la sospensione cautelare dell’offerta Cairo su Rcs. Lo ha deciso il Tar del Lazio respingendo le richieste di International Media Holding, Diego Della Valle (DiVi) e Pirelli e fissando al 30 agosto l’udienza di discussione dei ricorsi in camera di consiglio.
Nel frattempo la procura di Milano sta indagando su due ipotesi di reato: aggiotaggio e ostacolo all’attività di vigilanza. L’inchiesta, con la centro l’Opas lanciata da Cairo Communication su Rcs, è stata aperta la scorsa settimana: coordinata dai pm Giordano Baggio, Stafano Civardi e Mauro Clerici ed è stata affidata al nucleo Valutario della Guardia di Finanza.
L’inchiesta è stata avviata in seguito alla copia dell’esposto presentato in Consob il 20 luglio e depositata il giorno dopo, il 22 luglio, in Procura dagli avvocati Marco De Luca e Mario Zanchetti, i legali di Imh, la newco composta dal finanziere Andrea Bonomi e dai soci storici di Rcs (Pirelli, Mediobanca, Unipolsai e Della Valle) e che è stata sconfitta sul mercato. Finora l’Autorità dei mercati non ha ravvisato condizioni per sospendere l’Opas lanciata da Urbano Cairo che ha registrato adesione del 59,69%.
Dopo la chiusura dell’offerta sembrava che tutto potesse procedere liscio verso il passaggio di consegne in Rcs, ma poi i toni sono tornati ad accendersi. Diego Della Valle per primo ha chiesto “chiarezza” sui movimenti dei pacchetti azionari durante il periodo dell’offerta e l’intera cordata ha quindi inviato segnalazioni a Consob e – per conoscenza – in procura.
Il Tar, però, non ha accolto il ricorso presentato la scorsa settimana dai soci storici di Rcs contro la decisione della Consob “in merito alla mancata sospensione cautelare dell’Opas promossa da Cairo Communication su Rcs”. Imh contestava la decisione dell’authority di stoppare ogni rivendicazione: secondo Della Valle, Consob “è mancata pesantemente” nell’operazione Rcs e ora deve “fare chiarezza” e “prendersi la responsabilità di dirci in modo compiuto come stanno cose a norma di legge e farlo in tempi rapidi. Dobbiamo essere sicuri che ci siano controllori agili e precisi: io voglio andare fino in fondo, voglio che ci dicano la verità”.
Il tribunale amministrativo del Lazio ha quindi ordinato alla Consob di depositare in giudizio entro cinque giorni “la copia del verbale (o dei verbali) della seduta (o delle sedute) – si legge nei decreti – in cui la Commissione ha esaminato gli esposti pervenuti sulla questione e delle eventuali successive deliberazioni”.
Per il resto, il presidente della seconda sezione quater del Tar, Leonardo Pasanisi, considerando “che la controversia attiene al mancato esercizio, da parte della Consob, dei poteri cautelari/interdittivi in ordine all’Offerta Pubblica di Acquisto/Scambio proposta da Cairo Communication S.p.A.; che il periodo di adesione all’offerta si è chiuso il
22 luglio 2016, con conseguente perfezionamento dei relativi effetti tra le parti”, ha ritenuto “che non sussistono, allo stato, i presupposti di estrema gravità e urgenza per la concessione della tutela cautelare monocratica avverso l’atto impugnato”.
Repubblica