Un nuovo studio pubblicato sulla rivista medica Lancet – l’ennesimo di una lunga serie di ricerche – conclude che gli antidepressivi sono inefficaci nel “trattare” bambini e adolescenti.
Secondo Andrea Ciprianai, professore associato di Psichiatria presso l’Università di Oxford, e autore principale dello studio, “un solo farmaco tra tutti gli antidepressivi è statisticamente migliore rispetto al placebo.” Uno è solo “statisticamente migliore “di una pillola di zucchero? (Maggiori informazioni sul “un” antidepressivo più avanti …) [1]
Mentre lo studio riconosce l’inefficacia dei farmaci antidepressivi, non riesce assolutamente a parlare dei rischi associati ai farmaci antidepressivi: rischi ben documentati in svariati avvertimenti pubblicati da agenzie internazionali di farmacovigilanza, – compresa la statunitense FDA (Food and Drug Administration) – sugli effetti collaterali pericolosi, e a volte mortali. Questo rende ancora più incomprensibile il motivo per cui vengono prescritti a bambini.
Com’è noto, in America tutti gli antidepressivi recano obbligatoriamente il più infausto tra gli avvertimenti della FDA – il cosiddetto “riquadro nero” (black box) che allerta il consumatore circa l’aumentato rischio di pensieri e comportamenti suicidari per bambini e adulti fino a 24 anni.
Ci sono ben 134 avvisi, emessi da agenzie di farmacovigilanza di undici paesi, tra cui Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Giappone, Australia, Nuova Zelanda, Irlanda, Russia, Italia, Danimarca e Germania. Nell’Unione Europea, c’è un avviso che i farmaci antidepressivi causano effetti collaterali, tra cui:
* suicidio (compiuto o tentato) – 37 avvisi
* problemi di cuore – 30 avvisi
* difetti alla nascita – 21 avvisi
* sindrome serotoninergica – 20 avvisi
* ostilità / violenza / aggressione – 10 avvisi
* sintomi di astinenza – 9 avvisi
* autolesionismo – 8 avvisi
* ansia – 6 avvisi
* manie o psicosi – 5 avvisi
* decesso – 4 avvisi
* allucinazioni o pensiero delirante – 4 avvisi
* depressione (!) – 4 avvisi
* movimenti involontari – 4 avvisi
* disfunzioni sessuali – 2 avvisi
* idee omicide – 1 avviso
L’articolo di Lancet riferisce che un antidepressivo, la fluoxetina (Prozac) è stato “statisticamente più efficace del placebo in maniera significativa”, ma non dice che questo farmaco, da solo, colleziona ben 27 di questi avvisi: 17 per pensieri di ideazione/comportamento/
Nel febbraio di quest’anno un gruppo di ricercatori danesi ha pubblicato la più grande analisi statistica mai eseguita, concludendo che gli antidepressivi raddoppiano il rischio di aggressione e di suicidio nei bambini e negli adolescenti. Nelle parole del Professor Peter Gotzsche, uno dei principali autori dello studio danese, “gli antidepressivi non funzionano nei bambini, e dagli studi randomizzati emerge chiaramente: i bambini dicono che non funzionano, ma aumentano il rischio di suicidio “. [2]
Ancora un altro studio pubblicato su PLoS Medicine ha rivelato che i giovani adulti di età compresa tra 15 e 24 anni, mentre erano in cura con antidepressivi, avevano quasi il 50% di probabilità in più di essere condannati per omicidio, aggressione, rapina, incendio doloso, sequestro di persona, reati sessuali o altri crimini violenti rispetto a quando non erano in cura con psicofarmaci. [3]
In Italia la situazione non è affatto migliore: leggendo gli articoli di cronaca che riferiscono di omicidi/suicidi e stragi intrafamiliari, sempre più spesso emerge che l’autore (che in precedenza non aveva mai ammazzato nessuno) da qualche tempo era in cura con antidepressivi.
Riferimenti:
[1] Dr Andrea Cipriani, PhD, Xinyu Zhou, PhD, Cinzia Del Giovane, PhD, et al., “Comparative efficacy and tolerability of antidepressants for major depressive disorder in children and adolescents: a network meta-analysis,” The Lancet, June 8, 2016,http://www.thelancet.com/
[2] Tarang Sharma, et al., “Suicidality and aggression during antidepressant treatment: systematic review and meta-analyses based on clinical study reports,” The British Medical Journal, 2016,http://www.bmj.com/
[3] Yasmina Molero, Paul Lichtenstein, et al., “Selective Serotonin Reuptake Inhibitors and Violent Crime: A Cohort Study,” PLOS Medicine, Sept. 15, 2015, http://journals.plos.org/
https://www.cchrint.org/2016/