IL QUARTO OPERATORE MOBILE CARIOCA È OBERATO DA 17 MILIARDI DEBITI E HA CHIESTO IL CONCORDATO. ORA SIA L’EGIZIANO SAWIRIS SIA IL RUSSO FRIDMAN CALDEGGIANO UN’INTEGRAZIONE CON LA CONTROLLATA DI TELECOM
E’ l’ultima provincia dell’impero estero, e oramai rappresenta poco più di un decimo del valore di Telecom Italia. Tuttavia ora che la rivale Oi è finita in amministrazione controllata schiacciata da 17 miliardi di euro di debiti, Tim Brasil da una parte ha bisogno di ristrutturarsi, ma dall’altra potrebbe avvantaggiarsi del calo della competizione sui prezzi e di una possibile migrazione dei clienti di Oi, soprattutto nell’area del mobile prepagato. Certo è che a prescindere dalla recessione carioca, Tim che nel 2010-2011 tallonava il leader Vivo per contendergli il primato, sotto la gestione dell’ex ad Rodrigo Abreu è scivolata al terzo posto dietro la Claro di Carlos Slim, e poco sopra Oi che da mesi è afflitta da problemi ben peggiori. Per questo, nonostante il piano da 1 miliardo di dollari di tagli operato da Abreu, il neo ad di Telecom Flavio Cattaneo ha nominato Stefano De Angelis alla guida delle attività carioca, per accelerare sulla ristrutturazione senza però lesinare gli investimenti che per un business al dettaglio come la telefonia mobile sono necessari per mantenere (se non attrarre) nuovi clienti. Il nuovo piano per il Brasile verrà presentato insieme ai risultati semestrali il prossimo 26 luglio. Fatto sta che Tim Brasil negli ultimi due anni, tra tariffe sbagliate, taglio della terminazione e recessione ha visto i ricavi calare di un quarto (erano 19,5 miliardi di reais a fine 2014 e sono attesi 15,3 miliardi a fine anno), dimezzare gli utili (1,56 miliardi nel 2014 contro gli 850 milioni stimati a fine anno) e il valore delle azioni crollare dai 13,5 reais di due anni fa agli attuali 6,8 reais (pari a una capitalizzazione di 16,4 miliardi di reais o 4,2 miliardi di euro). Con il senno di poi, sia la mancata acquisizione di Gvt del 2014, sia non aver dato seguito ai piani di una fusione con Oi, sono risultate mosse azzeccate. Tuttavia oggi, con gli adeguati avalli da parte del futuro governo, gli analisti ritengono che ad avere coraggio e una visione di lungo termine, Oi potrebbe rivelarsi un’opportunità interessante. Non a caso prima la LetterOne del miliardario russo Mikhail Fridman, e ora l’imprenditore egiziano Naguib Sawiris, si sono detti interessati a investire nuove risorse su Oi. Tuttavia, l’idea di Cattaneo per il Brasile è quella di preservare (e possibilmente aumentare) il valore di quello che c’è, senza impelagarsi in grandi operazioni (come Oi) o piccole (come Nexcell che in passato era stata vagliata dal gruppo). Questo non significa invece che Tim Brazil possa essere oggetto dell’interesse di terzi, anche se il consolidamento è subordinato alle future sorti di Oi, che se non venisse risanata da un futuro cavaliere bianco potrebbe finire spezzata e mangiata da Tim, Vivo e Claro. Sul tavolo di De Angelis non ci sono operazioni straordinarie o acquisizioni, tranne quelle legate alle frequenze e alla banda necessaria per garantire un servizio dignitoso anche in vista dell’asta delle licenze di quinta generazione. Gli analisti stimano che De Angelis annuncerà 200 milioni di dollari di risparmi addizionali sui costi operativi, liquidando la divisione di servizi telefonici per le aziende (che brucia cassa) ereditata con l’acquisizione di Intelig. Del resto le aree di inefficienza nella controllata brasiliana – che è un’azienda relativamente giovane e meno stratificata della casa madre – sono minori rispetto a quelle di Telecom, che ha già annunciato 1,6 miliardi di tagli. Dopo il cambio ai vertici dell’Anatel e in attesa che si insedi il nuovo governo, Telecom per meglio dialogare con le istituzioni carioca starebbe cercando un presidente brasiliano che sostituisca l’attuale chiarman Franco Bertone. La candidatura più accreditata sarebbe quella di Manoel Horacio Francisco da Silva, già presidente di Tim Partecipaçoes dal 2010 al 2013 e attuale consigliere della società.
Sara Bennewitz, Affari & Finanza