Sarà in edicola al prezzo di un euro. Signorini direttore
Ernesto Mauri aveva affiancato, come amministratore delegato di Cairo editore, la grande cavalcata di Urbano Cairo nel mondo della stampa periodica popolare. Con la nascita di veri e propri fenomeni editoriali come Dipiù, Dipiù tv, Diva e Donna ecc, che dimostrò come, con buone idee, si potessero fare i soldi in un mercato dei settimanali familiari italiani definito maturo già una dozzina di anni fa.
A subirne le conseguenze furono soprattutto Rcs e la allora Hachette Rusconi (oggi Hearst Magazines) e, in misura sensibile, pure Mondadori.
Ora, come a.d. del gruppo Mondadori, Mauri vuole quasi sanare quel vulnus da lui inferto a Segrate, provando a lanciare un settimanale popolare da un euro a copia per erodere il quasi monopolio di Cairo (che nel frattempo ha portato in edicola, tra gli altri, pure Nuovo settimanale e Nuovo tv) su quel mercato.
Le prime indiscrezioni sul tema sono state già pubblicate nelle scorse settimane da Andrea Montanari su MF-Milano Finanza, e ora arriva l’ufficialità a ItaliaOggi pure dai vertici di Mondadori. I quali affermano che sul giornale rosa, affidato ad Alfonso Signorini, direttore di Chi, «stiamo facendo i test quantitativi. Ma non abbiamo fretta. Quando avremo tutte le risposte, decideremo. Il lancio del giornale non sarà comunque imminente».
Lo stesso Signorini, intervistato di recente da Alessandra Menzani su Libero, ha ammesso che il giornale rosa «lo stiamo studiando.
Non sono vere alcune notizie che circolano: il progetto non è affatto congelato, anzi. Si tratta di un settimanale molto popolare, diverso da Chi che ha un allure più alta. Di certo l’estate non era il periodo giusto per partire con un nuovo giornale, mi concentro su Chi. Abbiamo fatto un primo test ed è andato molto bene. Lo abbiamo provato su gruppi di lettori di diverso livello culturale divisi tra Nord, Centro e Sud. Siamo in attesa dei risultati del secondo test, se tutto andasse per il meglio il lancio sarebbe un atto coraggioso in un momento di crisi dell’editoria».
Italia Oggi