La multinazione genovese della consulenza e certificazione, navale ed industriale, cresce in Gran Bretagna e mette Piazza Affari nel mirino. L’ad Salerno: “Nasce un gruppo da 500 milioni di euro di fatturato e 65 milioni di ebitda”
Rina vira sulla Gran Bretagna e mette la Borsa nel mirino. La multinazione genovese della classificazione navale e della certificazione industriale ha rilevato per 151 milioni di euro l’inglese Edif: un’operazione che di fatto chiude il cerchio alla ristrutturazione avviata nel 2002 da Ugo Salerno, presidente e amministratore delegato gruppo. “Quando siamo arrivati, Rina fatturava 90 milioni di euro con 700 dipendenti oggi – dice il manager – con Edif arriviamo a 500 milioni di ricavi annui, 65 milioni di ebitda e 3.800 colleghi, a cui si aggiungono altri 2mila collaboratori”. Un percorso lungo che ha spostato il core business del gruppo dalle navi alla consulenza, ma senza dimenticare le proprie origini: “Il comparto navale – spiega Salerno – vale il 25% circa del giro d’affari e di certo non abbiamo intenzione di ridurre gli investimenti. Il settore marino per noi resta strategico proprio per le competenze costruite negli anni. Il volume d’affari è cresciuto di tre volte dal 2002, ma ovviamente abbiamo dovuto diversificare e ampliare il raggio d’azione”. Una strategia nella quale si inserisce l’acquisizione di Edif, società gemella di Rina, specializzata nella consulenza e nelle certificazioni, ma con un focus e una competenza nelle reti elettriche che ai genovesei mancava. Inoltre, Rina nel Regno Unito era quasi assente occupandosi solo di navi da diporto. L’operazione Edif, poi, garantisce alla società di raggiungere una dimensione sufficiente per puntare al mercato principale di Piazza Affari anche se Salerno non nasconde di voler crescere ancora prima del grande passo: “La Borsa è un passo che faremo sicuramente, probabilmente entro due o tre anni, ma vorrei presentare un’azienda ancora più grande”. Nel frattempo, però, Rina ha iniziato a fare pulizia nei conti rinegoziando il debito per renderlo più sostenibile e si prepare a lanciare un bond con Sace “per rendere più elastica la nostra offerta, ma soprattutto per farci conoscere al grande pubblico finanziario”. Quanto al futuro è probabile che in fase di quotazione escano Intesa Sanpaolo e il fondo Palladio che controllano il 30% del capitale, mentre il Registro Navale italiano che ha il 70% della società non è intenzionato a vedere, anche se probabilmente si diluirà con prossimi aumenti di capitale che seguiranno quello sottoscritto proprio dagli azionisti finanziari per concludere l’operazione Edif: “Di certo i nostri azionisti non sono venditori. Offerte ne sono arrivate, ma Rina è un compratore ambizioso e una società in crescita”. D’altra parte nonostante la battuta d’arresto dell’Europa, l’Asia continua a crescere, l’India accelera e il gruppo ha messo nel mirino l’Iran: “Ci stiamo concentrando molto su Teheran dopo la fine delle sanzioni – conclude Salerno – abbiamo già iniziato a lavorare sul comparto navale e sulle attività legate all’acciaio, siamo ottimi interlocutori”. E in Italia? : “Vediamo piccoli segnali di ripresa nel comparto delle infrastrutture”.